E infine il bonifico arrivò. Ieri pomeriggio i dipendenti dell’ASP Maria Cristina di Savoia hanno ricevuto finalmente uno degli stipendi arretrati.
La mensilità, già promessa prima di Natale e poi per il 27 dicembre, arriva dunque a pochi giorni dalla fine del 2017, quasi come un premio di consolazione per chi da anni ormai vive una situazione drammatica.
Già, perché uno stipendio non può coprire le spese di 24 mesi, periodo in cui i lavoratori sono rimasti a secco.
«Con una sola mensilità come si fa a coprire tutte le bollette, le rate di mutuo o affitto non pagate sinora?» chiedono i 17 dipendenti delusi.
«In tempi di magra…solo tante parole» continuano, rispondendo alla nota, evidentemente non gradita, dell’ex presidente Vito Masciale, pubblicata sul “da BITONTO” il 27 dicembre (leggi qui).
«Anche in quest’occasione è stata sprecata neanche una parola per noi. Si parla di progetti futuri, di meriti per una mensilità versata, ma non del nostro sacrificio, della nostra condizione psicologica, morale. Siamo qui ogni giorno, al freddo (dato che i termosifoni non funzionano), ma nessuno si interessa di noi».
«Dicono che hanno a cuore la nostra situazione, ma evidentemente è un cuore infartuato, data l’assenza delle istituzioni. È ormai chiara la loro volontà di non risolvere la situazione». «Ora pensano ai migranti, ma ci sono tante persone bisognose del territorio, bambini, donne maltrattate e ragazze madri che sono stati letteralmente buttati per strada, grazie alla distruzione del sociale da loro operata».
E continuano: «I progetti di Costriuamo Insieme e Misericordia, di cui si parla, sono stati in realtà presentati a settembre dal cda ma sono solo parole, non c’è nulla di effettivo. È solo un altro capitolo del libro di favole che ci propinano ogni volta. Ma ora siamo stanchi».
Oltre al danno, si aggiunge la beffa in particolare per una dipendente: «A marzo, dopo 35 anni di servizio, avrei diritto alla pensione, ma non è possibile perché in questi 2 anni non mi sono stati versati neanche i contributi».
«Chiediamo nuovamente le dimissioni del consiglio d’amministrazione e del segretario, incompetenti e poco presenti, e pretendiamo il commissariamento dell’ente – tuonano gli operatori –. Ormai da troppo tempo siamo presi per i fondelli».
L’ultima beffa, per alcuni, è arrivata qualche mese fa: «Due di noi effettuano ora un servizio provvisorio di guardiania per il Centro Accoglienza Migranti, ma nonostante le promesse non hanno ancora ricevuto lo stipendio. In queste condizioni, come possiamo credere nell’assorbimento?» confessano i dipendenti che già hanno richiesto i decreti ingiuntivi. «Si sa però che possono volerci mesi o addirittura anni perché le somme possano essere recuperate. Non possono quindi cullarsi per questo».
«Vogliamo subito il ricollocamento. Noi vogliamo lavorare e portare a casa lo stipendio».