Il nome è davvero molto molto significativo. “Le rose di Atacama”, quei fiori che nascono nel deserto salato del Cile una volta l’anno, e poi resistono alle condizioni meteo più avverse e difficili.
Anche gli obiettivi sono nobili: prevenire, contrastare e recuperare il fenomeno del maltrattamento, violenza e abuso di donne e minori; sensibilizzare e informare la comunità locale su queste tematiche – garantire sostegno, aiuto e tutela/protezione nei confronti delle donne e dei minori, favorirne il recupero socio-educativo e psico-relazionale, nonché garantirne percorsi individuali di sostegno/recupero, promozione e reinserimento sociale.
E altri ancora.
Che succede, allora? Dal 1°dicembre le donne vittime di violenza, stalking e maltrattamento avranno un punto di riferimento (fisico) importante.
Un Centro a loro dedicato, a 360 gradi. Il primo Centro che sorge nelle città di Bitonto e Palo del Colle, nell’Ambito del Piano sociale di zona tra i due Comuni.
La struttura, che sarà presentata ufficialmente venerdì alle 18 – avrà la sede ufficiale a Palo del Colle, in uno spazio comunale accanto al Segretariato sociale, mentre nella nostra città ci sarà uno sportello a Palazzo Gentile, intitolato a Mariagrazia Cutrone, la donna uccisa dal marito poco più di un anno fa. E in itinere ci sarà anche l’apertura di uffici decentrati a Mariotto e Palombaio.
L’accesso al Centro sarà semplicissimo, anche perché il servizio è pubblico e gratuito. Basterà rivolgersi alla sede centrale di Palo del Colle o allo sportello di Bitonto, che saranno aperti dal lunedì al venerdì, secondo un calendario che verrà comunicato nei prossimi giorni.
Dal 1°dicembre, inoltre, sarà anche operativo – 24 ore su 24 – un numero di cellulare – 392 938 99 89 – per mettersi in contatto con un’operatrice dell’équipe. Che sarà completamente composta da maestranze della cooperativa “Crisi” – è lei che guiderà il Centro per i prossimi 18 mesi, e già da otto anni guida quello di Bari – e quindi un assistente sociale, una psicologa, una educatrice, un avvocato, una responsabile per la Comunicazione, un addetto alla raccolta e al monitoraggio dei dati.
“Questo centro è tutto da costruire e da inventare sulla base della politica che vogliamo portare avanti – ha spiegato ieri in conferenza stampa Anna Coppola De Vanna, presidente della cooperativa – e credo debba essere pensato come un luogo dove condividere il passato doloroso, affrontare il presente incerto ma soprattutto progettare un futuro dove si intraveda il Bello”.
E per fare questo, è davvero lungo l’elenco dei partner, tra associazioni del territorio, scuole, cooperative e istituzioni. Cittadine e non.
Perché è importante che il Centro antiviolenza non sia una Cattedrale nel deserto.
“Quando parliamo di violenza di genere – ha sottolineato Marianna Legista, assessore bitontino alle Pari opportunità – parliamo di un problema di dimensioni planetarie che colpisce trasversalmente tutta la società. Il Centro antiviolenza sarà un luogo sicuro dove le donne possono esprimere il loro dolore”.
“Bisogna fare rete – è stato il monito, invece, dell’assessore comunale al Welfare, Gaetano De Palma – creando presidi su tutto il territorio per raccogliere quante più informazioni possibili e trasmetterle ai Servizi sociali. Penso alle scuole, alle quali si rivolgono i minori che sono spesso viAme e testimoni di violenza, ma mi riferisco anche alle parrocchie, ai medici di famiglia, alle stesse forze dell’ordine”.
Sulla stessa lunghezza anche Maria Alberga, titolare dei Servizi sociali a Palo del Colle, mentre secondo il sindaco della cittadina, Anna Zaccheo, “il Centro rappresenta la prima pietra di un determinato percorso e non può prescindere da politiche strutturate. Lo scopo è quello di non fermarsi alla gestione dell’emergenza ma di coltivare una cultura di rispetto, coraggio e resilienza, capace di prevenire discriminazione e violenza di genere”.