Un
progetto che profuma di riscatto sociale. Quello di 20 ragazzi minorenni,
incappati nel circuito penale e che hanno tanta voglia di ripartire. E di
farlo con una birra, anzi per la
precisione “Na beer”, non soltanto rivolta al commercio ma anche alla formazione
e all’educazione. Personale e degli altri.
“Start-up di un birrificio artigianale per la
Cooperativa Eughenìa”, è un progetto/laboratorio che nasce nel centro diurno
sperimentale “Chiccolino” (via Sergio
Frisicchio) e che vede come attività dei ragazzi più sfortunati quella della
creazione di una birra artigianale.
L’attività, poi, diventa una vera e propria
passione tale da dar vita a cooperativa sociale, di tipo B, denominata
“Michelangelo”, che ha lo scopo di inserire i ragazzi caduti nell’area penale
nel mondo del lavoro. Alla cooperativa, poi, si avvicina il Rotary Club Bitonto
Terre d’Olio, che si sobbarca le spese e l’impegno di garantire tutta
l’attrezzatura adatta e qualificata alla produzione della birra, e il consorzio
Social Lab, che invece si è adoperato nel trovare la struttura ricettiva dei
prodotti (Villa Lucia, a breve Borgo Bontà).
«I
ragazzi hanno affrontato l’esperienza con molta professionalità – spiega
Michele Bulzis, presidente della cooperativa “Eughenìa”, ieri durante la presentazione
del progetto a Villa Lucia – rispettando le regole scrupolose dell’arte
della birrificazione – e l’hanno colta con molto entusiasmo, e quando per la
prima volta la birra si è potuta assaggiare, il messaggio nei loro occhi era
“Noi siamo capaci, e non siamo solamente delinquenti”».
Bulzis,
inoltre, ha ricordato che ben presto la birra sarà venduta anche grazie alla
collaborazione con la birreria cittadina “I Peuceti”.
«Il
centro di birrificio sarà anche un laboratorio didattico per chi volesse
apprendere l’arte – sottolinea
invece Zora Del Buono, presidente del Rotary Club di Bitonto Terra dell’Olio
2013-14 – e quindi avrà un’area didattica aperta sul territorio, ma la
grande ambizione è quella di aprire il centro a tutti i minorenni pugliesi incappati
nelle condanne penali».
Il
progetto, quindi, è una grande e alternativa risposta alla repressione della
criminalità, che nella provincia di Bari sembra non andare. «Non sta dando
risultati soddisfacenti – ammette il prefetto di Bari, Antonio Nunziante – e
queste iniziative di recupero allora sono veramente importanti».
Don
Ciccio Savino, rettore della basilica Santi Medici, torna invece sulla realtà
concreta di Bitonto e lancia una serie di allarmi: «La città deve smetterla
di soffrire di balconite ma ha bisogno di ritrovare sussidarietà orizzontale e
verticale – fa notare – anche perché, ed è la cosa più
drammatica, sta perdendo i grandi colossi sociali».