Un progetto ben articolato con l’acquisto e la
ristrutturazione da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali di
Palazzo Sylos – Calò in toto per realizzare una Galleria Nazionale con i
fiocchi.
Magicamente, ieri, durante una feroce conferenza stampa
la cittadinanza viene informata dell’atto di vendita di due locali prospicienti
la Galleria venduti a due privati senza che, quindi, fosse effettuato nessun
diritto di prelazione dagli Enti pubblici di competenza.
L’atto di vendita era stato notificato a
Soprintendenza, Regione, Città Metropolitana e Ufficio Patrimonio del Comune di
Bitonto in data 29/09/2016, ma nessuno ha reso noto l’interesse per gli
immobili nel limite di tempo stabilito per legge.
A dare le spiegazioni per conto dell’Amministrazione
comunale c’è stato l’assessore al Marketing Territoriale, Rocco Rino Mangini: «L’Ufficio
Patrimonio oggi mi ha assicurato che l’ultima lettera protocollata da parte del
Ministero è datata nel 2014, ma domani (oggi, ndr) tornerò in ufficio per saperne qualcosa
in più e, vista la notifica, cercheremo di appurare i fatti capendo perché la
parte politica non è stata allertata. Al di là di questo, cercheremo di capire
anche come risolvere la questione, provando ad immaginare soluzioni nuove».
Aspettiamo, intanto, una risposta dalla Soprintendenza
(che se avesse detto di “Sì” subito, ah…!) e dall’assessore al ramo, Michele Daucelli che proprio lo scorso
8 giugno 2016, assieme alla dott.ssa responsabile Tiziana Conte, aveva fatto un
punto sul lavoro dell’Ufficio Patrimonio,tra alienazioni, valorizzazioni,
trasferimenti e concessioni: tra questi c’era proprio il trasferimento di Palazzo
Sylos Calò, a titolo gratuito e in via definitiva, all’agenzia del Demanio
con destinazione d’uso museale.
Intanto, il D.l.
del 6 luglio 2011, n.98 (Art.12 – Comma 1 – ter.) recita che a «A decorrere dal 1° gennaio 2014 al fine di pervenire a risparmi di spesa
ulteriori rispetto a quelli previsti dal patto di stabilità interno, gli enti territoriali e gli enti
del Servizio sanitario nazionale effettuano
operazioni di acquisto di immobili solo ove ne siano comprovate
documentalmente l’indispensabilità e l’indilazionabilità attestate
dal responsabile del procedimento. La congruità del prezzo è attestata dall’Agenzia del demanio,
previo rimborso delle spese».
E continua con l’attestazione di indispensabilità e in
dilazionabilità con l’art. 3 del D.M.
14/02/2014 che dispone dei suddetti requisiti su acquisti programmati «affinché la relativa attestazione non sia generica, ma esponga
le concrete motivazioni poste a fondamento delle operazioni di acquisto.In merito al requisito dell’indispensabilità, si chiarisce che
lo stesso attiene all’assoluta
necessità di procedere all’acquisto di immobili in ragione di un obbligo
giuridico incombente all’amministrazione nel perseguimento delle proprie
finalità istituzionali ovvero nel concorso a soddisfare interessi pubblici
generali meritevoli di intensa e specifica tutela».
Per dirla
in parole poverissime, la legge non sarebbe potuta essere effettivamente dalla nostra parte:
80 mila euro sarebbero potuti essere non più che un debito fuori bilancio?