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Home » L’Elzeviro/Dalla “Buona Scuola” alla “Scuola Breve”. E continuiamo a sfornare masse di studenti analfabetizzati

L’Elzeviro/Dalla “Buona Scuola” alla “Scuola Breve”. E continuiamo a sfornare masse di studenti analfabetizzati

Il governo italiettino continua a deliberare scelleratezze senza posa sull'istruzione

Gaetano Avena by Gaetano Avena
4 Giugno 2017
in Cronaca
L’Elzeviro/Dalla “Buona Scuola” alla “Scuola Breve”. E continuiamo a sfornare masse di studenti analfabetizzati
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Qualche giorno fa M’è capitato di leggere un ”post” con il quale venivo informato che la ministra giannini, prima di lasciare il cadreghino al ”miur”, ha firmato il decreto “scuola breve”. Liceo in 4 anni invece di 5 per 100 scuole superiori, già, dal 2017. Colui o colei che ha “postato” la notizia, l’ha Commentata, come l’avrei Commentata IO, se prima ne fossi stato Informato IO e, certamente, in/con un linguaggio più, icasticamente, da trivio di quanto non sia stato quello del/della Signore/a, che MI ha Preceduto su “facebook”. Infatti, si legge, anche, con caratteri, acconciamente, cubitali: ”LA SCUOLA SFANCULA UN ANNO PRIMA STUDENTI E FAMIGLIE E FA AUMENTARE LA DISOCCUPAZIONE DI 500MILA UNITA’. COMPLIMENTI”. Ahh, per questo, qualche mese fa, i miei timpani auricolari furono in malo modo strapazzati da un micidiale :”Urra!”, proveniente da non so quale regione dell’italietta, ove hanno la loro “location” le scuole che elemosineranno un diploma o una maturità, bagnati di lacrime di gioia, a commozione commista, dei loro parenti, un anno prima ai loro “non studenti”! Sto scherzando! Se la notizia della sottrazione anticostituzionale di un anno alla scuola superiore, che colpirà, soprattutto, ragazzi le cui famiglie non navigano nell’oro, è passata, malamente, sotto silenzio, vuol dire che al popolicchio italiettino non interessa affatto la qualità e la quantità dell’”Offerta Formativa”, ma solo, solo, solo, la scartoffia che, per la millesima volta, sono costretto a definire inservibile, pur, come carte igienica. Quindi, licei e istituti della secondaria di secondo grado della durata non di 5 anni molli, come ricotta, ma di 4 e l’italietta, giammai, scossa, se mai, come sempre, ammantata di mefitico torpore, di apatia, di disinteresse, quando si tratti di Cultura e dell’Istituzione che dovrebbe DispensareLa, specie, alla classi che per millenni Ne furono orbe. Tali delitti pedagogici vengono perpetrati da ministri del ”miur” che, magari, hanno figli sistemati in ”college” d’eccellenza svizzeri o anglosassoni o in costosissime scuole private italiettine, sia pure cibate dall’erario pubblico italiettino; che, quindi, non sanno niente del niente che viene impartito agli scolari e studenti della scuola pubblica italiettina, dalla scuola primaria fino alla maturità o al diploma. Intanto, la criminale dispersione delle risorse, dai governi, da sempre, messe con oscena tirchieria a disposizione del “miur”, in progetti e progettini che servono più ai dirigentucoli scolastici e agli insegnantucoli per arrotondare i loro magri stipendi con gli oboli remunerativi degli sviluppi (??) e della realizzazione di essi (??) e, poi, le numerosissime festività civili e religiose rendono magrissimo il “carnet” di lezioni e delle possibilità di apprendimento da parte dei “non scolari” e dei “non studenti” durante l’intero anno scolastico. Sicché, nei 13 anni, tra la scuola dell’obbligo e la scuola superiore, si possono contare sulle dita della mano i giorni di Lezione, mentre innumeri sono i giorni in cui si gioca soltanto nelle scuole italiettine o non s’impara alcunché. Sicché, quel poco che si riesce ad impartire nelle parche Lezioni, viene, italianizzando la Lingua bitontina, “acciallato”, “accoccolato”, cioè, dai ragazzi viene introiettato alla men peggio e, in alcun modo, metabolizzato. Sicché, se, pur, “todos caballeros”,”todos” analfabeti in uscita! IO sfido chiunque abbia Interesse ad una Scuola che sia Scuola e non a una scuola deposito di infanti e di fanti, a segnare su un muro, come fanno i detenuti, i giorni di Lezione e i giorni, in cui i pargoli, provenienti dalle classi popolarissime, negli istituti scolastici fanno altro da ciò che si dovrebbe fare in una Scuola. Dalla scuola dell’obbligo alla maturità o al diploma, quasi, esclusivamente, “zecchinaggio d’oro”.! Ho Insegnato per otto anni al nord , a bergamo, ma la “stronzaggine” pedagogica al sud è incontrovertibile: pare che le nuove generazioni sudiste debbano, da grandi, essere destinate a dedicarsi, unicamente, al calcio, alla conduzione di programmi televisivi alla “d’urso”, al rappismo alla fedez, all’attorialità di “sequel” cinematografici o televisivi alla “gomorra”, ché, in continuazione, non si fa altro da parte degli incompetenti al Lavoro d’Insegnamento che prepararle, propedeuticamente, a siffatte attività durante le ore canoniche di “non Lezione”. In più, dal momento che la religione cattolica è in una posizione, anticostituzionale, di privilegio rispetto ad altre religioni e all’Ateismo di non Pochi Italiani, che Tali in un paese di parrucconi si dichiarano con coraggio, i baciapile, pur, essendo nel loro intimo agnostici o, comunque, indifferenti al sentimento religioso, per “dovere non civico” nell’apparire si mostrano zelanti nell’osservare i sacri dettami prescritti dal guicciardiniano “bubbone cancerogeno”, pretendendo, in nome di un dio, o di altre divinità, cui danno fattezze antropomorfiche nei modi più vari, di essere invasivi nella vita, nel normale decorso delle attività produttive, commerciali amministrative, giudiziarie Culturali, Scolastiche della nazione. Sicché, se nasce, muore, risorge il bambinello (Chiedo Scusa ai miei 25 Lettori, se continuo, nei miei Scritti sul disastro scolastico, che si riflette, ormai, sul declino etico, culturale nazionale, responsabile di tutte le espressioni e manifestazioni volgari, se non criminogene, dei singoli e dell’intero popolo italiettino, ad usare le medesime immagini,”sed” non posso far altro che descrivere nei medesimi termini, con le medesime immagini una situazione stagnante), sospese le attività commerciali, artigianali, industriali; chiusi gli uffici di ogni specie, gli ambulatori dei medici di famiglia; gli ospedali “a mezza cottura”, ironizzava un mio conoscente, le scuole, manco a dirlo o a sospettarlo, con le tapparelle abbassate.”Idem” per i santi patroni o patronesse nazionali e locali, la gerarchia, famelicamente, “prendituttto” della cattolica religione e i fedeli di essa pretendono che si “festeggi” alla franceschiello, coinvolgendo tutto un popolo che di suo ha poca abitudine al lavoro e allo studio. Ma renzi e i suoi ministri al “miur” si sono inventati oltre alla “buona scuola”, la “scuola “breve”, che significa fare la parodia della Scuola non più per 5, ma per 4 anni. Alzi la mano chi, fra i papy e le mamy piccolo- borghesi o del proletariato borghesizzato abbia ponzato con giusto, perplesso rammarico: ”4 anni e non 5 non significa per i nostri rampolli Nozioni (non è la Nozione una parolaccia!) in meno; Esercitazioni in meno nell’ Elaborare Concetti; minori Possibilità Culturali di Scandalo che Destabilizzino, finalmente, pregiudizi e certezze ‘d’antan’ “? Silenzi e tenebre sui dubbi vivificanti! A questo punto dobbiamo Porci alcune Domande: ”Chi ha mandato al governo ed è pronto a rimandarceli i figuri che si sono inventata la ‘buona scuola’ e, subito dopo, la ‘scuola breve’, se non gran parte del popolicchio italiettino? ”; “Il popolicchio italiettino Sente il Bisogno di Cultura, ha Fame di Cultura?”. Quindi, se è il popolicchio che delega codesti ceffi a deliberare infami scelleratezze nei confronti del Livello Culturale delle nuove generazioni, qual è la conclusione, a cui i ministri del “miur” giungono? “Se dovremo confrontarci con un popolicchio irresponsabile, incompetente, pur, se al suo interno non mancano teste di cavolo incoronate, non si sa come, perché, da chi, con il lauro accademico, il tempo maturerà che ai pargoli di esso e di essi ci limiteremo a fornire diplomi e lauree ‘ope legis’. In tal modo risparmieremo molti miliardi da investire, magari, nelle guerre che trump, o chi per lui, ci costringerà a intraprendere”. O miei 25 Lettori, se il popolicchio sentisse, veramente, il bisogno di una Scuola vera e non di un diplomificio o di un laurificio, Scenderebbe in piazza, Farebbe la Rivoluzione per contestare i continui attentati, dal politicume orditi, alla Formazione Umana, Culturale, Etica, Politica dei suoi figli. Paradossalmente, la sottrazione di un anno di frequenza scolastica ai licei e agli istituti superiori è un “escamotage” del polticume per ritardare, procrastinare la formazione, dal punto di vista delle Competenze specifiche, ottenibili dai corsi di studio d’elezione, e dello Sfondo Umanistico, delle nuove generazioni, non potendo o non sapendo trovare soluzioni alla disoccupazione giovanile. Così la secondaria di secondo grado sarà un prolungamento del niente della scuola dell’obbligo fino al diploma e alla supposta maturità. Dipoi, l’università, ove continueranno ad approdare masse analfabetizzate, surrogherà il niente dei licei e degli istituti tecnici. Se si vorrà un minimo di preparazione nelle discipline, scelte, ché ad esse si ipotizzerà di essere vocati, bisognerà frequentare, a pagamento, ovviamente, certamente, inequivocabilmente, corsi “post universitari”, sicché solo i figli di papy” saranno, domani, molto più che ieri, abilitati, autorizzati a salire sull’ascensore sociale per sedersi su quelle sedie, per loro tenute, gelosamente, in caldo dai loro parenti. Per i figli dei rossi e dei bianchi, dell’artigiano x e y, del coltivatore diretto angelico, del cipputi enrico, bene che vada, se raccomandati, are probabili in afghanistan o nei paesi ove, agli ordini degli inquilini provvisori della “casa bianca”, i contingenti militari italiettini s’affaticano a trasportare su cingolati, armati di tutto punto, la democrazia dei petrolieri e delle lobby massoniche. E, intanto, il giovanotto, prodotto dagli anonimi piccolo-borghesi, di cui testé s’è discusso, sarà diventato vecchiotto, ma avrà donato ai ministri, che i suoi genitori avranno delegato al governo e, in particolare, al “miur”, l’ulteriore soddisfazione di aver con passione operato per il suo fallimento e contro la sua Felice, Umana, Dignitosa Realizzazione Sociale.

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