L’11 giugno
2015 il Presidente dell’associazione“Colibrì” Atas, presentava al nostro Comune una petizione popolare
(sottoscritta da 842 cittadini), riguardante l’art. 22 delle norme tecniche di
attuazione del Piano Regolatore Generale.
E ieri,
finalmente, il punto è stato discusso in consiglio comunale dall’assessore all’Urbanistica,Nicola Parisi. Ma di che si tratta?
L’attenzione
dell’associazione era puntata sulle zone
agricole di tipo “E”, in particolare di quelle agroturistiche. Al primo comma dell’articolo viene riportato che «In armonia con gli obbiettivi comunali,
nazionali e regionali l’attività agroturistica viene riconosciuta attività di
pubblico interesse – vedi precedente art. 8 – per la sua valenza economica,
sociale ed urbanistica in quanto essa favorisce la permanenza dei produttori
agricoli nelle zone rurali attraverso l’integrazione dei redditi aziendali ed
il miglioramento delle condizioni di vita, tutela la conservazione
dell’ambiente, le tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale,
promuove e sviluppa il turismo sociale e giovanile, favorisce i rapporti tra la
città e la campagna».
Questo, pero, si mostrava in netto contrasto con quanto riportato
nel penultimo comma del suddetto articolo (1c): «Infine nelle zone agricole
“E/1” è ammessa la costruzione di impianti pubblici riferentesi a reti di
telecomunicazione, di trasporto energetico, di acquedotto e fognature, impianti
di trattamento e smaltimento rifiuti solidi e, in generale, opere di riconosciuto
interesse regionale. Per quanto attiene
in particolare le discariche di rifiuti solidi urbani le stesse sono consentite
in cave già esaurite e con le limitazioni di cui all’art. 22.1a)».
Visto che il
nostro Comune è stato oggetto d’insediamento
di varie discariche (autorizzate e non) che lo hanno visto pesantemente penalizzato per il forte
impatto ambientale e paesaggistico, i cittadini chiedevano di eliminare dall’articolo
22.1 c le parole “impianti di trattamento
e smaltimento rifiuti solidi” e l’eliminazione dell’intero ultimo capoverso: “Per
quanto attiene in particolare le discariche di rifiuti solidi urbani le stesse
sono consentite in cave già esaurite e con le limitazioni di cui all’art.
22.1a.”.
La modifica è
passata in consiglio con 19 voti favorevoli e l’astensione di Vito Rosario
Modugno (“Mi astengo perché spero si
continui ad operare in maniera positiva”). Positivo il parere di Ricci (che
ha tenuto a sottolinearlo all’inizio della seduta, prima che lasciasse l’aula),
di Farella, Maiorano e Damascelli per l’opposizione. Il forzista, ha
sottolineato come è stata operata una «non
oculata visione politica per le discariche. Si sta provvedendo al monitoraggio
delle discariche che nonostante chiuse, continuano ad inquinare per decenni? A
Bitonto è necessario fare delle attuazioni nelle zone agricole perche non è
possibile creare un’azienda zootecnica e rischiare di non poter far nulla: la comunità
va preservata». E poi ha invitato l’amministrazione tutta a farsi
promotrice per il referendum del 17 aprile, a votare “Sì”, contro le Trivelle
nei nostri mari.
E le
perplessità giungono anche dalla maggioranza: «Perché si è ricorsi ad una petizione
popolare ? – ha tuonato Franco Mundo – A qualcuno è stato proibito di fare
esercizio di consigliere comunale? Ho scoperto con sgomento quanto arretrate e
desuete siano le regole del nostro Prg e ci sono tanti operatori agricoli che,
purtroppo, hanno a che fare con rifiuti solidi industriali. Non è ammissibile».
E sono proprio
i rifiuti industriali, le discariche, l’inceneritore a pochi passi da noi ad
aver fatto «aumentare il numero dei
tumori nella popolazione tra i 40 e i 75 anni, in seguito a problemi ambientali»,come ha sottolineato Giovanni Ciccarone.
A rispondere è l’assessore
Parisi: «In termini strategici bisogna
pensare che la Regione ha approvato un Pptr e ha chiesto agli enti locali di
adattarsi a questo che dà importanti variazioni. Il Comune, per cui, dovrebbe
affrettarsi a sedere in un tavolo regionale per tutelare il proprio territorio.
Per questo portiamo avanti sia questa petizione popolare, ma anche una via
istituzionale prevista dal Drag. Ad ogni modo, con gli uffici, stiamo già
cominciando a fare una mappatura delle discariche del nostro territorio».