Viabilità ridotta, con transenne spostate o “triturate” dai mezzi pesanti, che, facendosi beffa del divieto di transito, continuano a circolare. E, ancora più grave, una situazione igienico-sanitaria al limite, causata dalla trasformazione in discarica del contrafforte, costruito per la messa in sicurezza del muraglione, usato dai topi per risalire dalla Lama Balice in città.
“Da quasi un anno, viviamo in uno stato di incuria ed abbandono. Siamo stanchi”. È la denuncia dei residenti in via Solferino.
Sono passati oltre undici mesi, infatti, dalla sera del 20 novembre, quando una bomba d’acqua si abbatté su Bitonto e causò il crollo di una porzione del muro di contenimento del ponte ottocentesco di Santa Teresa.
Per rinforzare il fronte di frana, il Comune, previa autorizzazione della Sovrintendenza, ha affidato alla Marzo s.r.l. i lavori per l’installazione di gabbionate metalliche con pietrame calcareo.
Una “piramide Maya”, come l’hanno soprannominata i bitontini, completata nei primi mesi del 2023, che ha permesso di mettere in sicurezza la zona e di ripristinare, seppur in un solo senso di marcia, la circolazione veicolare.
Da marzo scorso, infatti le auto possono percorrere l’arteria da via Castelfidardo verso piazza Caduti del Terrorismo. Per i mezzi pesanti, invece, imposto il divieto di transito che però “non è rispettato, a rischio della nostra incolumità, visto che il manto stradale potrebbe cedere”.
“Qui i camion passano quotidianamente e non ci sono agenti della Polizia Locale a controllare o telecamere che possano sorprendere i trasgressori e multarli – raccontano i residenti -. In prossimità della curva, dove la carreggiata si restringe ulteriormente, un camion ha persino macinato tra le ruote una delle transenne”, che ora giace ricurva sull’asfalto di fronte ad un frantoio. Lo stesso che ha denunciato Palazzo Gentile per i mancati introiti della scorsa stagione olivicola.
“Essendo completamente chiusa la strada, i mezzi non potevano consegnare qui le olive. I danni sono stati incalcolabili” rivelano i proprietari dell’azienda, che, ora, dato l’avvio della nuova campagna olearia, hanno chiesto ed ottenuto dal Comune di poter addossare le transenne al marciapiede.
La situazione sarebbe insostenibile anche dal punto di vista igienico.
“Il contrafforte è diventato un ricettacolo di rifiuti, grazie agli incivili che li abbandonano o alla pioggia e al vento che li portano fin qui” ed è persino diventato una scala per topi, “che attirati dall’odore del cibo, si arrampicano sulla rete metallica e arrivano sin nel centro storico”.
Ma la paura dei roditori è minore di quella di una nuova frana.
Via Solferino, infatti, per la sua posizione, raccoglie l’acqua piovana anche delle strade in pendenza che vi si affacciano. “In passato c’erano delle bocche di lupo che permettevano lo sversamento in Lama, ma sono state tappate e sostituite con tombini che fanno confluire l’acqua nei condotti fognari, già in sofferenza”.
Palazzo Gentile, però, sarebbe già a lavoro per scongiurare nuovi pericoli.
In attesa di intercettare i circa 2 milioni di euro per la ricostruzione del muro, si procederà a rinforzare tutto il perimento.
“La scorsa settimana – rivela l’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Santoruvo -, lo strutturista, a cui lo avevamo commissionato a giugno, ci ha consegnato il progetto da 340 mila euro (180 dei quali concessi dalla Regione) per la messa in sicurezza provvisoria”.
Lo stesso sarà oggetto entro il 5 dicembre in una conferenza di servizi, “in cui recepiremo anche il necessario ok della Sovrintendenza. La cantierizzazione avverrà invece entro fine anno”.