I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, con il supporto di militari del Gruppo P.I. alla sede, stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione – emesso, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dalla III Sezione Penale del locale Tribunale, in funzione di Tribunale per la prevenzione – avente per oggetto beni e disponibilità finanziarie del valore di circa 600 mila euro riconducibili a un soggetto di origini albanesi, residente a Cassano delle Murge (BA). Trattasi di accertamento compiuto nel corso del procedimento applicativo della misura di prevenzione patrimoniale, che necessita della successiva verifica nel contraddittorio con la difesa.
L’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo della complessa attività investigativa svolta dal G.I.C.O. di Bari, finalizzata alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del “proposto” e all’individuazione degli “asset” patrimoniali e finanziari riconducibili a quest’ultimo e ai componenti del relativo nucleo familiare.
Il destinatario del provvedimento di prevenzione sarebbe stato, difatti, riconosciuto (allo stato, salvo la verifica successiva nella fase decisoria con il contraddittorio della difesa) come un soggetto connotato da una pericolosità sociale generica, in relazione al suo coinvolgimento in talune attività estorsive avvenute nell’ottobre 2016, nonché in indagini, coordinate da questa Procura della Repubblica tra il settembre 2018 e il febbraio 2019, che avrebbero disvelato l’operatività di un’organizzazione criminale (denominata dagli organi di stampa come la “banda della Bmw”) responsabile della commissione di ben 22 furti in danno di esercizi aperti al pubblico (bar, stazioni di servizio, negozi di telefonia, pizzerie, banche e uffici postali) attivi in diversi centri della Città Metropolitana di Bari (Santeramo in Colle, Casamassima, Gioia del Colle, Noicattaro, Gravina in Puglia, Castellana Grotte, Toritto, Adelfia, Acquaviva delle Fonti, Valenzano, Conversano, Cassano delle Murge e Bitonto) e delle provincie di Potenza, Matera e Taranto.
I furti sarebbero stati commessi adottando un “modus operandi” ben collaudato: 4 o 5 sodali con il volto coperto, utilizzando diverse autovetture rubate o riciclate, in tempo di notte si sarebbero recati presso l’obiettivo e, dopo aver usato violenza sulle cose, si sarebbero impossessati della merce, nascondendo poi i mezzi di trasporto e la refurtiva in capannoni siti nelle località del barese di Bitonto, Santeramo in Colle e Cassano delle Murge.
Nell’esecuzione delle azioni predatorie l’organizzazione avrebbe potuto contare, oltre che sulla disponibilità di armi clandestine, anche su numerose autovetture, tutte oggetto di furto, tra cui 4 autoveicoli di lusso, marca BMW, le cui targhe venivano modificate nel codice alfanumerico.
All’esito delle relative indagini penali svolte, il soggetto investigato – unitamente agli altri 5 sodali (4 di origine albanese e 1 italiano) – è stato dapprima sottoposto, nel luglio del 2019, a fermo di indiziato di delitto e poi, nel luglio del 2020, è stato attinto dal provvedimento di prevenzione personale del “foglio di via obbligatorio”.
Al fine di disvelare, quindi, l’origine del patrimonio del proposto e del relativo nucleo familiare, è stata acquisita, con riferimento al periodo 2016-2020, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni, nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare sottoposto ad accertamenti, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della provvista economica.
Il materiale così raccolto è stato oggetto, pertanto, di circostanziati approfondimenti investigativi che avrebbero consentito (secondo l’impostazione accolta dal Tribunale di Bari, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) di individuare, allo stato delle indagini, beni – acquisiti dal proposto per il tramite dei componenti del proprio nucleo familiare convivente nel periodo in cui ha manifestato la sua pericolosità sociale – di valore sproporzionato rispetto alle relative fonti reddituali ufficiali.
In esecuzione del decreto emesso dalla Terza Sezione Penale del Tribunale di Bari sono state, pertanto, sottoposte a sequestro anticipato, in vista della successiva confisca, quattro unità immobiliari (2 appartamenti e le relative autorimesse) ubicate nel Comune di Cassano delle Murge (BA) e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di circa 600 mila euro.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante e sistematico presidio esercitato dalla Procura della Repubblica di Bari – in stretta sinergia con il locale Nucleo PEF – finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati mediante il ricorso alle misure di prevenzione previste dal Codice antimafia.