Numeri precisi sul perimetro occupazionale della commessa, in modo tale da non lasciare nessuno a casa, e conoscenza dei criteri proprio per garantire la tutela di tutto l’attuale bacino. Senza più tempo da perdere.
Le sigle sindacali del settore delle telecomunicazioni (SLC CGIL, FISTEL – CISL e UILCOM – UIL) hanno scritto al numero 1 di INPS, Pasquale Tridico e al direttore centrale dell’Istituto, Emanuele Pizzicaroli, chiedendo alcune cose precise.
Da un lato certezze, sia innanzitutto sul numero esatto dei lavoratori che, a livello nazionale, sono impegnati sulla commessa, sia, di conseguenza, su come l’Istituto di via Ciro il grande intenderà tutelare il bacino stesso nel processo di internalizzazione.
Come è noto, infatti, Tridico ha dichiarato (e lo ha fatto anche incontrando i sindacati un mese fa) la volontà di INPS, messa nera su bianco anche dalla legge 128 del 2019, di riprendersi il servizio al termine dell’appalto vigente, e quindi da gennaio 2022 (clicca qui per articolo https://bit.ly/3rD36vF).
Dall’altro lato, i sindacati chiedono che si entri nel vivo della questione – forse, anche giustamente, visto che si tratta di un qualcosa che riguarderà l’intero Stivale e le cose da fare non sono affatto poche – anche per capire come l’Ente vuole e vorrà tutelare il bacino occupazionale. E, se a questo punto, vuole davvero riprendersi il servizio, da anni affidato in outsourcing, cioè ad aziende esterne.
“A nove mesi dalla scadenza della commessa – si legge nella missiva delle organizzazioni sindacali – e dal processo di internalizzazione, l’Istituto non avrebbe il quadro preciso del bacino di riferimento delle lavoratrici e dei lavoratori interessati (c’è da dire, però, che tutti i codici degli operatori telefonici, le Opcc, sono attivati proprio da INPS). La risposta lascia davvero sorpresi perché, se davvero l’Istituto ritiene di voler partire con la nuova società “in house” (SISPI s.p.a) al 1° gennaio 2022, il buon senso vorrebbe che, avendo il presidente dichiarato di dover comunque bandire una selezione pubblica, già oggi si dovrebbe aver ben presente il bacino di riferimento così da costruire un percorso che non lasci nessun lavoratore oggi impegnato sulla commessa fuori dal processo di internalizzazione.
Ecco, dunque, che “le scriventi segreterie nazionali sono, a questo punto, seriamente preoccupate sul percorso intrapreso da INPS che, per come è stato finora sviluppato, crea condizioni di grande incertezza tra i lavoratori e difficoltà operative non banali all’interno delle stesse aziende interessate che si ripercuotono, ovviamente, anche sui lavoratori stessi. Non c’è più molto tempo da perdere. Le lavoratrici e i lavoratori, i loro rappresentanti, a questo punto pretendono di conoscere i criteri che l’INPS intenderà utilizzare per garantire la tutela di tutto l’attuale bacino”.
Se questo non dovesse accadere, “nei prossimi giorni – si chiude la nota – organizzeremo assemblee con le persone interessate per decidere insieme i percorsi da intraprendere se ancora dovessimo registrare questa inaccettabile indeterminatezza a pochi mesi dalla annunciata scadenza dell’appalto agli attuali aggiudicatari”.