«Lo
sport parla un linguaggio universale. Forse solo la musica e l’arte riescono ad
averne uno simile.
Penso
alle immagini di zone di guerra o di Paesi che affrontano momenti drammatici.
Spesso vengono inquadrati bambini con indosso maglie di calciatori con numero e
nome impresso sul retro. Immaginate la responsabilità di quell’atleta.
Lo
sport deve essere modello e punto di riferimento, portatore di grandi valori».
A prestarci queste meravigliose parole è Mauro Berruto, allenatore della Nazionale italiana di Pallavolo maschile dal 2010. Un bronzo olimpico, due
argenti europei, bronzo nella World League e nella Gran Champions Cup nel
2013: questo il bottino ottenuto dall’Italia negli anni che lo hanno visto
seduto sulla panchina azzurra.
Nel suo tour per le città della “Superlega”, il coach ha
toccato anche Molfetta, dove è stato
ospitato ieri, prima nella Sala Stampa
del Palazzo Giovene, poi al PalaPoliper l’allenamento dell’Exprivia Neldiritto.
Ebbene sì, perché il comune a pochi chilometri da noi, da
ben due anni è protagonista del Campionato
di Serie A1 di Pallavolo Maschile, come unica squadra pugliese ma anche
dell’intero meridione.
Una perla insomma per la nostra regione, quinta in Italia
per la portata del suo movimento pallavolistico, ora nelle attenzioni della
Federazione Nazionale e Internazionale per i risultati «arrivati dopo tanti anni di sacrifici e, non lo nascondo, di problemi»come ammesso dal presidente della società Antonio
Antonaci.
«La
città di Molfetta sta compiendo un percorso sportivo non indifferente. È di
qualche giorno fa la sua nomina come Città
europea dello sport 2016» ha affermato nel corso della
conferenza stampa l’assessore regionale Guglielmo
Minervini. «La pallavolo qui è un
fenomeno sociale popolare che davvero trascina tutta la città». La stessa
città che, solo qualche anno fa, dopo la vittoria ai play-off di serie A2, ha
dovuto lottare per non veder sfumare i sogni di gloria e permettere alla
società di non “emigrare” nel capoluogo. Con l’approdo nella massima serie,
infatti, il PalaPoli, casa dell’Exprivia (Neldiritto), diventava troppo poco
capiente. La soluzione era dunque far le valigie e raggiungere il PalaFlorio di Bari, con ovvi malcontenti
di tifosi e società.
Dopo la presentazione di un’istanza per l’ampliamento del palazzetto, il Comune,
salvaguardando gli interessi della città, autorizza i lavori al PalaPoli che da
1200 posti raggiunge finalmente i 3500 necessari per regolamento. Posti
destinati ad aumentare, grazie a nuovi progetti in partenza.
Con lo sguardo rivolto alla struttura molfettese, croce e
delizia dell’Exprivia Neldiritto, allora il cuore e la mente volano verso casa,
verso Bitonto. Dimenticando per un
attimo tutto ciò che la nostra città, senza batter ciglio o quasi, ha
“regalato” al capoluogo, ci focalizziamo solo sugli impianti sportivi in genere. Ed ecco balzare agli occhi l’ormai
fatiscente e dimenticato Palazzetto
dello Sport, il malandato “Città
degli Ulivi” che tanto fa penare le società calcistiche bitontine, il campo 500… E la mente vola ancora alla Cittadella dello Sport, per ora solo
nei pensieri e nelle parole delle varie amministrazioni, e alle varie palestre delle scuole bitontine, a
volte anche non adatte ma, ahinoi, uniche strutture disponibili per disputare
gare di diversi sport e categorie.
Allora
cosa manca davvero a Bitonto?
La risposta, ancora una volta, la “rubiamo” a mister
Berruto.
«La
pallavolo ha fatto passi avanti. Dall’autorizzazione ad usare i piedi al
passaggio dal cambio palla al nuovo sistema. Recentemente la Lega italiana ha
introdotto la tecnologia con l’uso del video check, copiato anche all’estero.
Il livello rimane alto e spettacolare, ma il volley non ha avuto paura di
cambiare, ha guardato al futuro».
Ebbene, forse Bitonto ha bisogno proprio di guardare al
futuro. C’è bisogno di credere ed investire nello sport.
«Lo
sport come scuola di fatica, obiettivi da raggiungere, integrazione, rispetto,
valori, disciplina, regole, salute», come afferma lo stesso
Berruto, potrebbe essere la chiave per educare i giovani e strapparli via da “strade
pericolose”.
Oltre ai benefici sociali, Molfetta ora gode anche di
immagine e di “turismo sportivo”.
Dalle singole sedi delle società, allora, deve partire il
coraggio di rischiare, il coraggio di investire oggi per godere con il tempo di
risultati e benefici.
Da Palazzo Gentile, d’altro canto, deve arrivare la
voglia di sostenere seriamente, anche attraverso strutture idonee, i movimenti
sportivi.
In poche parole: è necessario smettere di abusare della
parola “sport” e comprendere finalmente quanto queste cinque lettere contengano.
Al link http://bit.ly/199yLLC, una breve intervista all’allenatore della Nazionale italiana di Pallavolo maschile, Mauro Berruto.