Un Bitonto avventuroso e belluino sbanca il “Papa” di Cardito, schienando in rimonta una Afragolese snarrita eppure altera. Mister Valeriano Loseto conferma gli undici che gli danno maggiori garanzie.. Consueto 3-5-2 con Gomes Silletti e Tangorre a custodire Petrarca, in mediana Clemente regista, assistenti Mariani e Cardore, sulle fasce sfrecciano Riefolo e Chiaradia; davanti la coppia Figliolia-Palazzo. Il collega Agovino punta dietro sull’arcigno duo Picascia-Murolo, poi sul mestiere di Longo e la classe di Padulano. Centoventi secondi, Chiaradia illumina per il gladiatorino infaticabile che calcia sbirolo solo dinanzi all’estremo avverso. Rapido giro di lancette, retropassaggio sciagurato di Gomes, pallonetto mortifero di Longo e vantaggio campano. Minuto 7: piazzato di Palazzo dai trenta metri, Provitolo si accovaccia e blocca. È il 20′ quando il capitano da sinistra scodella al centro, destro arrembante di Riefolo, manicomio di De Marco e rigore. Dal dischetto Loris fredda Provitolo che pure aveva intuito. Alla mezza tenta ancora da fuori Palazzo, il goalkeeper napoletano fa sua la sfera. Subito dopo, Celiento irrompe in area di rigore e cerca Alessio Esposito, guizzo di Petrarca sulla prima botta, la ribattuta sorvola il legno superiore. A sei dall’intervallo, punizione dalla trequarti, torre di Murolo per De Marco che batte fuori misura.
Secondo tempo e subito la rete che decide il match. Discesa ostinata di Cardore, tuffo incerto di Provitolo, piatto di Figliolia, assist della traversa per l’incornata vincente di Palazzo. Ottavo, lampo di Celiento e guantoni salvifici di Petrarca. Un primo dopo corner e colpo di testa di Gomes: brividi per i rossoblu.
Che al 20′ restano in dieci: doppio giallo, rosso e spogliatoi per Celiento. Passano solo sei minuti ed espulsione diretta per Lucchese per un’entrata quasi innocua. Dopo la mezzora, cross dalla bandierina, Murolo si ingobbisce e incorna: bersaglio grosso mancato. Frattanto, la difesa neroverde si tramuta in Fort Alamo e si fa inespugnabile. E in contropiede nel recupero per ben due volte provano a triplicare: prima l’argentino Corado si traveste da Babbo Natale e regala il cuoio a Provitolo
Poi collo di Muscatiello, ma Provitolo sventa la minaccia con abilità. Lodi infinite ai leoncelli, dunque, che sempre più consapevoli della loro identità, si apprestano a sfidare lo sfrontato Brindisi, con l’intento neppur malcelato di vendicare il tonfo dell’andata.