Si prevedono forme di protesta eclatanti e probabili disordini di ordine pubblico in relazione alla problematica del servizio di trasporto dei ragazzi diversamente abili presso il centro socio-riabilitativo “Crisalide” in Bitonto (BA).
I fatti. L’art. 46 della Legge della Regione Puglia n. 4 del 2010 assegna alle ASL competenti per territorio il compito di garantire il servizio di trasporto dei disabili presso i centri diurni socio-educativi contrattualizzati ai sensi dell’art. 60 del regolamento regionale n. 4 del 2007.
Negli anni passati, l’ASL Bari, nonostante le diverse diffide per l’attivazione del servizio di trasporto ricevute dal centro diurno, dalle associazioni di categoria ed anche dal Comune di Bari, non attivava il predetto servizio. Solo nel 2020 l’ASL Bari, per tentare di porre rimedio a tanto, in via eccezionale e temporanea, consentiva al centro diurno “Crisalide” di provvedere al trasporto, corrispondendo, però, allo stesso una tariffa che non copriva i costi realmente sopportati. Scaduto il contratto, il centro tornava a diffidare l’ASL Bari a prendere in carico il servizio. In caso contrario, il centro avvertiva che sarebbe stato costretto ad interrompere il trasporto con conseguenti gravissimi disagi agli utenti disabili del centro ed alle rispettive famiglie, a cui sarebbe stato impedito di poter fruire di un servizio indispensabile per somministrare le terapie di cui i disabili avevano estrema necessità sulla base dei programmi di riabilitazione autorizzati dalla stessa Asl Bari.
A fronte della protratta inerzia di quest’ultima, il centro “Crisalide” si rivolgeva al TAR Puglia, il quale respingeva l’istanza cautelare avanzata dal centro.
Ora il centro “Crisalide” ha promosso appello al Consiglio di Stato, informando, nelle more, le famiglie interessate che, in caso di esito negativo dell’appello, il centro non potrà che interrompere il servizio, perché estremamente complesso, perché necessita di attrezzature sanitarie specialistiche, è eccessivamente gravoso e comunque non di competenza del centro.
Tutto ciò ha suscitato le vibranti proteste delle famiglie dei pazienti disabili, che si dicono impossibilitate a provvedere autonomamente al trasporto dei propri cari diversamente abili, perché non dispongono dei mezzi necessari (alcune famiglie sono prive anche di auto) a causa delle assai disagiate condizioni economiche in cui purtroppo vivono.
Le famiglie, in questi giorni, stanno protestano animatamente con cartelli, striscioni e urla e promettono di incatenarsi ai cancelli dell’ASL Bari e della Regione Puglia se quest’ultime non provvederanno a risolvere l’incresciosa situazione, non più sostenibile, in un settore socio-sanitario particolarmente delicato e sensibile.
Vi è, quindi, il concreto rischio di disordini di ordine pubblico dinanzi alle sedi degli Enti pubblici interessati e della Prefettura di Bari.