Salve
a tutti cari affezionati lettori, nell’articolo di oggi vorrei partire
ponendovi una domanda: «Chi di voi non ha mai usato wikipediaalmeno una volta per attingere informazioni non reperibili in altro modo?».
Sono sicuro e convinto che vi siete serviti di questo strumento non solo una
volta ma svariate volte. Ecco, voi avete avuto accesso alle informazioni che
cercavate grazie ad uno strumento chiamato Open Access(accesso
libero all’informazione).
Il suicidio di Aaron Swartznel 2013, attivista
del movimento Open Access, ha riacceso il dibattito sui meccanismi sia
di produzione sia di distribuzione del sapere scientifico e culturale.
“E se ci fosse una biblioteca con ogni libro? Non ogni libro
in vendita, o ogni libro importante, neanche ogni libro in una certa lingua, ma
semplicemente ogni libro; la base della cultura umana. Per primo, questa
biblioteca deve essere su Internet”. Questo è quello che scriveva nel
2007 Aaron Swartz – genio, eroe e
martire dei nostri tempi – per presentare Open Library, il progetto a
cui stava lavorando all’epoca: una biblioteca digitale ad accesso gratuito.
“L’informazione è potere. Ma come con ogni tipo di potere,
ci sono quelli che se ne vogliono impadronire. L’intero patrimonio scientifico
e culturale, pubblicato nel corso dei secoli in libri e riviste, è sempre più
digitalizzato e tenuto sotto chiave da una manciata di società private. Vuoi
leggere le riviste che ospitano i più famosi risultati scientifici? Dovrai
pagare enormi somme …”, da queste prime parole del documento Guerrila Open Access
Manifesto si evince il suo pensiero sulla libertà
d’informazione: ancora giovanissimo, Aaron partecipò alla progettazione delle
licenze Creative Commons(organizzazione non a scopo di lucro dedicata ad ampliare la gamma di opere
disponibili alla condivisione e
all’utilizzo pubblico in maniera legale) e alla loro diffusione.
Tutto ciò premesso per dire che l’informazione,
qualunque essa sia, deve essere messa a disposizione di tutti e deve essere
usufruibile da tutti senza nessuna limitazione; e questa – secondo il mio
parere – è la più alta forma di trasparenza e quindi di democrazia.
Ora applicando il concetto alla pratica quotidiana si
può affermare che la possibilità per i cittadini di poter accedere alle
informazioni e ai dati detenuti dalla pubblica amministrazione è un elemento
chiave della lotta alla corruzione, forse il più importante. ”Il
riconoscimento di un accesso libero, totale e svincolato da criteri e
limitazioni non solo renderebbe più complicato per i cattivi amministratori
nascondersi nell’ombra, ma aumenterebbe anche il senso di appartenenza e di
partecipazione dei cittadini, chiamati non più a guardare solo passivamente, ma
a dare il proprio contributo alla cosa pubblica” (Transparency
International Italia).Ma tutto ciò non credo che sia alla
portata di molti nostri amministratori.
Sperando
di avervi fatto cosa gradita, vi ricordo che potete contattarmi al seguente
indirizzo e-mail: michele.savino.51@gmail.com