Il culto dei Santi Medici Cosma e Damiano a Bitonto risale al XIII-XIV secolo e molti sono i miracoli che si attribuiscono ai due Santi, tanto che la loro fama si è estesa anche al di fuori dei confini della Puglia e nel giorno della loro processione, che a Bitonto si tiene la terza domenica di ottobre, migliaia di pellegrini, molti dei quali a piedi, giungono da diverse città, alcune anche molto lontane.
Al centro dell’abside della Basilica dedicata ai Santi Medici troneggiano due statue che hanno una storia che merita di essere raccontata.
Secondo un’antica tradizione le immagini dei due Santi appartenevano ad un umile ed onesto operaio, Vincenzo Amennuno, che abitava presso l’Arco di S. Anna, nel vicinio (parrocchia, quartiere, rione) di S. Caterina d’Alessandria.
Le due statue erano costituite da due manichini di legno con testa, mani e piedi movibili ed erano conservate in una modesta cassa di abete.
Ogni anno, in occasione della festa liturgica del 27 settembre, l’Amennuno le montava, le rivestiva con i caratteristici abiti orientali e le esponeva alla venerazione dei devoti nella chiesa di S. Caterina d’Alessandria. A fine festa le smontava per conservarle nella cassa di abete.
Un giorno si presentò all’Amennuno un donna proveniente da Napoli. Costei gli raccontò che tempo addietro doveva subire, a causa di un cancro, l’amputazione di una gamba.
La sera precedente l’operazione la signora aveva sognato due giovani (rito dell’incubatio: i miracolati dai Santi Medici dichiarano che prima della guarigione i due Santi appaiono loro in sogno, recitano insieme la seguente preghiera del V- VI sec.: Tutto il bene ci viene dal Signore. / Uno solo è il vero Dio. / Solo Lui sana la tua piaga, / rende luce ai tuoi occhi, / spegne la febbre nelle tue vene. / Noi, Cosma e Damiano, / non siamo che suoi strumenti: / solo in Dio devi aver fede e guarire.).
I due giovani dapprima l’avevano medicata, poi le avevano detto di chiamarsi Cosma e Damiano, che erano di Bitonto e, infine, le avevano dato l’indirizzo della sua abitazione.
Il giorno successivo la donna scoprì di essere guarita e decise di raggiungere il luogo indicatole dai due giovani.
Alla descrizione dell’accaduto l’operaio non seppe dare subito una risposta, ma per la viva insistenza della donna nel descrivere le fattezze dei due giovani, seppure arrossendo dalla vergogna, aprì dinanzi a lei la cassa di abete contenente le due statue di legno. Con immensa sorpresa la donna notò che le due statue riproducevano alla perfezione le sembianze dei suoi guaritori: si mise in ginocchio e con le lacrime agli occhi le baciò e le ribaciò per ore.
Come ringraziamento la donna chiese di far restaurare i due manichini deteriorati dal tempo e di poter confezionare degli abiti nuovi.
Per il restauro dei manichini di legno, a causa del tarlo, si preferì il bronzo che, pur presentando la difficoltà del peso delle statue (60 kg ciascuna) durante la processione, offriva garanzia di stabilità, di nobiltà e di decoro.
Di questo miracolo i bitontini, ancora oggi ne sono a conoscenza, perché attraverso tale prodigio Cosma e Damiano sono diventati famosi e celebri nella città di Bitonto.
Nel 1869 le stesse statue furono definitivamente donate al parroco di S. Giorgio Martire, sede ufficiale del culto verso i Santi Medici.
Il parroco dell’epoca fece confezionare abiti nuovi per i Santi e fece costruire nella seconda cappella a destra dell’ingresso principale un altare a loro dedicato.
La tradizione popolare racconta un altro evento miracoloso che contribuì ad incrementare il culto dei due Santi nella città: la notte tra il 23 e il 24 ottobre1893 scoppiò un incendio che distrusse parte della chiesa di San Giorgio Martire, insieme all’intera cappella dedicata ai Santi Medici, l’altare di legno e tutti gli arredi sacri.
Ma in questo incendio le Sacre Statue dei Santi Cosma e Damiano rimasero intatte, come se l’incendio non si fosse mai verificato. Furono effettuati anche studi scientifici che rivelarono l’evento miracoloso, proprio perché l’intera cappella e tutto ciò che vi era compreso in essa andò completamente distrutto tranne le Sacre statue.
I bitontini affermarono che questo evento miracoloso dimostrava la protezione dei Santi sul popolo locale.
Da quel momento, anche in virtù dei miracoli su riportati, il culto verso i Santi Anàrgiri (i Santi Medici sono chiamati così perché non prendevano danaro dagli ammalati che curavano) si diffuse enormemente in Italia e all’estero.