Il giocorappresenta un’attività fondamentale per lo sviluppo sociologico e sociale
dei bambini, è attraverso la dimensione del gioco, infatti, che,
in maniera proporzionalmente diversa a seconda delle età, vengono appresi
schemi di comportamento, esercitata la fantasia e l’immaginazione,
si impara a tollerare l’assenza e le frustrazioni e a condividere
regole e norme per socializzare con gli altri.
· Bambini e gioco: lo sviluppo affettivo
Infatti, fin
dalla prima infanzia, il gioco rappresenterebbe un mezzo simbolico che accompagna
il processo di separazione del bambino dalla madre, il suo riconoscersi
come essere umano distinto da lei e la sua capacità di tollerarne l’assenza.
· Bambini e gioco: lo sviluppo cognitivo
Il gioco evolve con il progredire dell’età dei
bambini andando in parallelo, non solo con lo sviluppo affettivo, ma anche con
quello cognitivo. Se, infatti, fino ai 2 anni i bambini si limitano a
semplici “giochi di esercizio” (ripetizione di schemi di comportamento
motori o vocali osservati negli adulti), dai 3 ai 7-8 anni sviluppano con i “giochi
simbolici” la capacità di rappresentare, mediante gesti o schemi appresi,
una realtà immaginaria per compensare le frustrazioni, sdrammatizzare eventi
turbativi, anticipare e assimilare situazioni nuove e controllare
l’aggressività. E’ infine dopo i 7-8 anni che i bambini accedono ai giochi
di movimento in cui imparano a condividere e a rispettare determinate
regole per la socializzazione fra pari.
Il gioco rappresenta il loro modo di comunicare, di apprendere e, anche, di
dominare la realtà. Il gioco è il linguaggio attraverso cui i bambini esprimono
ciò che non riescono a tradurre in parole; spesso è anche il canale che gli permette
di esprimere conflitti, disagi o situazioni che gli creano ansia.
Giocando i bambini ci rivelano non solo come rappresentano la realtà ma
anche come la percepiscono.
Per questo motivo i genitori dovrebbero osservare il modo di giocare dei propri
figli, al fine di ricavarne preziosi indicatori del loro sviluppo emotivo. E’
importante che il gioco diventi un momento di incontro tra il bambino e i suoi
genitori; per questo è utile che l’adulto osservi la qualità del gioco proposto
dal figlio. E’ utile osservare se durante il gioco il bambino cerca la
condivisione con l’adulto (ad esempio con lo sguardo) o se, invece, la evita.
E’ ugualmente fonte di informazioni utili per i genitori osservare come il
proprio bambino gioca con i coetanei e la loro reazione al suo modo di giocare.
Oggi abbiamo trattato un argomento che per molti potrebbe essere scontato
io invece ho voluto aprire una finestra su un mondo così semplice ma allo
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