Quando comunemente si pensa alla
gravidanza, al parto e alla famiglia, la prima immagine che arriva alla nostra
mente è quella di una mamma insieme al suo bambino. Il padre spesso compare in
questa immagine, ma non occupa un posto importante e anzi, il suo ruolo è
considerato spesso quasi secondario. In realtà, invece, anche i padri provano
un’infinita serie di sensazioni ed emozioni legate alla gravidanza, alla
nascita e all’avere un bambino.
Cosa accade agli uomini nel momento
in cui vengono a sapere che di lì a nove mesi diventeranno papà? Nella maggior
parte dei casi la gioia li coglie in contropiede, anche quando non si tratta di
un figlio inaspettato. Poi arrivano i primi timori e una serie di inevitabili
domande: Sarò all’altezza del compito che mi aspetta? Come cambierà il rapporto
con la compagna-futura mamma? Cosa ne sarà della mia vita?
Il modo in cui uomo e donna vivono la
gravidanza sono completamente diversi, per la donna il processo di maternità inizia appena scopre di essere incinta,
per l’uomo il processo di paternità inizia dopo la nascita del bambino.
Quando la pancia ancora non si vede, l’uomo fa fatica a rendersi conto di quanto
sta accadendo. La difficoltà maggiore per un uomo è
non sentire fisicamente il bambino come parte di sé e quindi per instaurare un
primo legame ha bisogno del corpo della propria compagna, rendendo così subito
la relazione padre-figlio a base triadica. Nel secondo e nel terzo trimestre la gravidanza diventa visibile e l’ecografia permette al futuro papà di entrare in contatto
“diretto” con il suo bambino. In questa fase di solito nei futuri
papà scatta la “sindrome del nido”:
diventano più premurosi, si preoccupano di creare un ambiente adatto all’arrivo
del piccolo.
Dal punto di vista psicoanalitico,
nell’uomo la gravidanza può far emergere vissuti emotivi forti. Può prodursi l’invidia
della generatività femminile, che si manifesta nei sogni di ingravidamento.
Un altro elemento peculiare è la gelosia nei confronti del nascituro: il
padre può vivere il bambino come un rivale che cerca di sottrargli le
attenzioni della moglie. Tra le principali fonti di preoccupazione maschile si
può aggiungere anche il senso di responsabilità, caratteristico del
ruolo tradizionale dell’uomo, che assume il compito di difesa della diade e di
mantenimento economico della famiglia. Inoltre potrebbero riemergere sentimenti
di sfida e dipendenza dell’uomo verso la propria figura paterna, a causa
del nuovo ruolo di padre di cui è investito. Anche l’uomo, nel periodo della
gravidanza, vive una regressione fisiologica attraverso un doppio processo di identificazione:
da una parte si immedesima col bambino, rivivendo in lui le proprie esperienze
dell’infanzia, dall’altra, divenendo padre del proprio bambino, viene a occupare
il posto di suo padre.
A fronte di questo universo di
emozioni che investono il futuro padre si auspica un’attiva partecipazionedello stesso ai corsi di preparazione al parto, sia perché impari qualcosa di
quello che sta accadendo, sia per la semplice condivisione dell’evento così da
contrastare il sentimento di esclusione tipicamente
sperimentato dall’uomo in quei mesi. Ritengo, inoltre, che sia necessario,
durante questi momenti di preparazione, promuovere la circolazione di
informazioni riguardanti la paternità, favorire la discussione circa i vissuti,
i dubbi, le paure o perplessità che possono presentarsi o che si presenteranno.
In questo articolo spero di aver dato il meritato spazio alla figura paterna,
per qualsiasi dubbio o approndimento contattatemi su rubriche@dabitonto.com