Nel mondo alla rovescia preconizzato da Vannacci, può accadere che un Sindaco possa alzarsi la mattina di pessimo umore ed ordinare ai suoi cittadini di non ammalarsi, anche evitando di viaggiare, di non fare sport e vita sociale in genere, restando a casa e facendo attenzione a non farsi male.
E’ quel che succede a Giffone, un comune calabrese il cui sindaco il 14 gennaio scorso ha adottato una ordinanza, la n. 1 del 2025, che reca il seguente oggetto:
“Disposizioni in materia di salute dei cittadini”.
Se le premesse dell’ordinanza sono tragicamente serie, le conseguenti disposizioni poi adottate dal sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale, sono ridicole.
Quanto alle premesse, l’ordinanza così, in sintesi, recita:
“Preso atto che il territorio comunale è ormai privo di copertura sanitaria e la postazione di continuità assistenziale medica resta spesso scoperta, Considerato che la postazione 118 Suem più vicina è sita nel comune di Polistena, a 33 km e che la strada provinciale per raggiungerla è sottoposta a limiti di velocità, Considerato che occorre salvaguardare il principio di equità di accesso alle cure, tenendo conto delle caratteristiche territoriali e demografiche……,
Tutto ciò premesso, il sindaco ordina ai suoi cittadini i seguenti comportamenti che, a leggerli, ci fanno temere di aver ecceduto con l’alcol:
- Evitare di contrarre qualsiasi malattia che necessiti un intervento medico soprattutto d’urgenza;
- Assumere comportamenti che non mettano a rischio la salute, evitando qualsiasi incidente anche in casa e pertanto è opportuno non uscire troppo spesso o viaggiare o fare sport, restando invece a riposo il maggior tempo possibile.
Ciliegina sulla torta è l’avviso in calce che è possibile ricorrere avverso il provvedimento al TAR o al Capo dello Stato nei termini di legge.
A volte, il confine tra il ridicolo e il grottesco è molto labile: del resto, avevamo già commentato un episodio al limite, sul fronte dei trasporti, qualche settimana fa, in occasione di un treno Frecciarossa diretto a Genova da Roma che l’azienda FS aveva deciso di far partire con 45 minuti di anticipo per farlo arrivare puntuale a destinazione, senza avvisare alcun viaggiatore, in ossequio al motto “chi c’è, c’è”…
D’obbligo, oggi, constatare come, di fronte ad un generale arretramento del livello dei servizi pubblici (sanità, trasporti, ecc…), la fantasia giustificazionista non manca alle istituzioni responsabili.
Non ci resta, allora, che rispondere a tono al simpatico sindaco, ricordandogli con un mix di ironia e tecnicismo giuridico che l’ordinanza è incompleta perché non prevede sanzioni, ergo un precetto sfornito di sanzioni non è più vincolante, quindi l’ordinanza rischia di non essere presa sul serio da nessuno, con grave rischio per la salute collettiva della comunità…
(rubrica a cura di Gaetano Tufariello – foto di )