In questo difficile passaggio della storia è difficile girarsi dall’altra parte, rifugiarsi nel proprio quotidiano, negli affetti, nel lavoro, nelle passioni.
L’attualità incombe, bussa alle nostre certezze, agita le nostre coscienze. Scenari apocalittici si spiegano all’orizzonte, un senso di impotenza assale noi tutti.
Il caos impazza ovunque, nella politica internazionale, nei mercati, nella politica interna, mentre sul pontificato scorrono sempre più i titoli di coda.
La nomina di Trump è stato come il Big Bang, producendo esplosioni e reazioni a catena diffuse, chiamando a raccolta tutte le autocrazie per inaugurare un nuovo imperialismo mondiale targato Cina, Russia e Stati Uniti, trasformando i teatri di guerra in laboratori di pace unilaterale, elevando i dazi a nuove barriere protezionistiche.
L’Europa si scopre all’improvviso indifesa, attorniata, circondata, ha perso per strada l’amico americano, ha visto le organizzazioni internazionali ridotte all’impotenza, le sue decisioni interne (riarmo si, riarmo no, difesa comune si, difesa comune no) perennemente bloccate dal principio di unanimità degli stati membri.
Sul fronte interno è un tutto contro tutti, governo contro magistratura, opposizioni contro governo, governo contro mass media, i servizi segreti sempre meno servizi di intelligence e sempre più servizi d’apparato. Ad appesantire la situazione, il silenzio eloquente che sale dal Colonnato del Bernini, dove da un po’ non si sentono più gli appelli alla Pace del Vicario di Cristo, le sferzate ai potenti, le preghiere per gli umili. In compenso si muove già un conclave virtuale in quel che è l’anno del Giubileo, dell’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma.
Come uscire allora da questo caos dove gli equilibri geopolitici sono in continua evoluzione ed il grande business, che muove il mondo, continua ad agire nell’ombra?
In momenti cruciali anche una sola persona può fare la differenza. Ne occorsero tre nel 1962, quando con la crisi di Cuba il mondo precipita verso la guerra nucleare e la catastrofe viene evitata grazie alla decisione dei due leader, John F. Kennedy e Nikita Krusciov, e al messaggio di pace di Papa Giovanni XXIII.
Oggi, più che mai, servono pensieri capaci di andare oltre l’immediato, che sappiano interpretare il presente senza subirlo passivamente. Solo così sarà possibile uscire dalla palude dell’incertezza e costruire un futuro più stabile e consapevole.
(rubrica a cura di Gaetano Tufariello – foto www.freepick.com )