Chiunque ha provato, almeno una volta, la sensazione fastidiosa del crampo muscolare tuttavia, nella maggior parte dei casi, essa è molto breve e non desta particolari preoccupazioni o sequele patologiche. In altri casi, invece, i crampi sono fenomeni molto diffusi e ripetitivi che possono disturbare il sonno, l’attività fisica o lavorativa ed anche i momenti di relax oltre a lasciare strascichi dolorifici anche per alcuni giorni.
I crampi si manifestano sottoforma di dolori improvvisi ed intensi causati dalla contrazione involontaria di uno o più muscoli. Questi spasmi rapidissimi possono essere intesi come stati di affaticamento o sofferenza muscolare.
Le cause possono essere molteplici: squilibri idro-elettrolitici, momentanee carenze energetiche a livello del tessuto muscolare, più raramente in conseguenza a malattie neurodegenerative o conseguentemente all’assunzione di farmaci beta-2 agonisti (spesso prescritti nel trattamento dell’asma).
Vediamo in breve cosa accade a livello tissutale quando si verifica un crampo. Insufficiente ossigenazione muscolare, freddo,carenza di sali minerali (magnesio, potassio, calcio, sodio, ecc…), sforzi fisici prolungati o improvvisi possono influenzare la stabilità della membrana del motoneurone alfa, ovvero quel neurone che determina con i suoi impulsi la contrazione dei fasci muscolari che gestisce. Durante il crampo la membrana della fibra muscolare conduce dei potenziali d’azione a frequenze altissime in assenza di stimoli nervosi. In termini metaforici è come se si fosse accesa una lampadina senza premere alcun interruttore. Questo fenomeno sembra essere causato da una variazione della permeabilità di membrana, a sua volta probabilmente legata a modificazioni della concentrazione ionica dei liquidi tissutali. La sudorazione elevata può provocare disidratazione e perdita di sali minerali e ciò può portare all’insorgenza del crampo muscolare. Variazioni locali del pH possono avere lo stesso effetto. I crampi possono insorgere indipendentemente dall’esercizio fisico, come conseguenza di un danno fisico o chimico a carico del sarcolemma(membrana che ricopre le fibre del muscolo), oppure di stimoli irritativi sul motoneurone.
Solitamente un crampo regredisce autonomamente nel giro di alcuni secondi, se ciò non avviene può essere sufficiente contrarre imuscoli antagonisti rispetto a quelli interessati per determinare un allungamento e ridurre lo spasmo, nei casi in cui la resistenza è maggiore si ricorre ad uno stretching passivo.
In senso preventivo l’utilizzo di farmaci ha effetti poco duraturi e legati all’assunzione ripetuta che può provocare spiacevoli effetti collaterali. Anche le pratiche di allungamento, di stretching, tanto utilizzate dagli sportivi, sono state indicate come quasi inutili da studi scientifici recenti.
Pare che l’unica arma vincente, come sempre, sia determinata da un equilibrio multimodale. Con lo scopo di mantenere unbilanciamento elettrolitico stabile, è bene calibrare l’assunzione di integratori, l’allenamento costante e mirato e lafunzionalità fisiologica dei motoneuroni.