Era il 7 luglio quando a Bitonto s’inaugurava il centro di accoglienza “Daniela De Santis” e veniva a
farci visita il neo assessore regionale alla Sanità e al Welfare, Donato Pentassuglia chiamato dal
governatore Vendola a sostituire Elena
Gentile volata a Bruxelles.
Apriva l’intervento con una
grande promessa, rispondendo alla provocazione del sindaco Michele Abbaticchio sulle promesse mancate della regione ben
quattro anni fa: «La Regione Puglia guarderà con grande attenzione
all’incremento dell’offerta sanitaria territoriale della città di Bitonto».
E continuava: «Il primo step che faremo, è l’incontro con
il governo per il fondo sanità. Dopo di che, dal 17 luglio, guarderemo tutte le
situazioni pendenti del nostro territorio, e ovviamente daremo attenzione anche
quella di Bitonto».
Abbiamo incontrato l’assessore
che ha risposto ai nostri taccuini per un punto sulla situazione sanitaria.
«I
bitontini come i pugliesi nei prossimi giorni avranno il nuovo modello di
realizzazione dei servizi – dichiara
Pentassuglia – che parte dal territorio e
poi, passando per l’attività ospedaliera, guarda anche ad una integrazione con
il privato che già è presente in Puglia».
«Alla
luce delle novità con il patto della salute della scorsa settimana e
dell’uscita dal piano di rientro che certifica la possibilità di ritornare ad
avere nuove assunzioni di medici, infermieri e operatori socio sanitari dopo un collasso durato quattro anni»,continua l’assessore regionale.
Quattro anni che hanno visto un blocco che può sperare
d’avere nuova luce. «Possiamo sperare di
vivere una nuova fase che concerteremo e concorderemo con i territori sulla
quale sto lavorando – dichiara l’esponente piddino -: penso che queste due novità dell’emergenza urgenza sulla quale
abbiamo chiuso venerdì scorso l’accordo
all’unanimità (18 luglio, ndr), e
la novità del patto della salute legato alle assunzioni, ci metta favorevolmente a ridiscutere il modello di governance del sistema
salute in Puglia. Poi territorio per territorio faremo delle valutazioni perché,
al di là di quelle che sono le risposte sotto casa, ciò che noi potremmo dare è
sicuramente una risposta articolata per dare i servizi alle persone».
Resta un fatto: un territorio come quello bitontino si
trova a vivere con un Punto di primo intervento, forse troppo poco per una
popolazione troppo grande.
«Su
questo c’è già l’accordo all’unanimità sulla rete dell’emergenza urgenza. Noi
non dobbiamo garantire solo il primo soccorso, noi dovremmo garantire i servizi
alle persone – conclude Donato Pentassuglia -, quella rete che deve essere utilizzata
da tutti nel minor tempo possibile: noi dobbiamo salvare vite umane e abbiamo bisogno quindi di integrare la proposta,
ecco perché la valutazione è molto più complessa e articolata».
E chiude: «Ci
stiamo lavorando, la presenteremo nei prossimi dieci giorni».
La speranza, dicono, è sempre l’ultima a morire.