Esigenza di fare chiarezza
e di rispondere alle accuse mosse in questi due mesi. Accuse di giravolte
politiche e cambi di casacca. Sono questi i motivi che hanno spinto, ieri, il
candidato sindaco Emanuele Sannicandro ad incontrare la stampa per ribadire, ancora una volta, a tre settimane dalle
primarie, la sua posizione e i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare la
coalizione guidata da Michele Abbaticchio e a candidarsi alla competizione del
5 marzo.
«Io e tanti amici eravamo partiti, cinque anni fa, da una posizione di
opposizione, salvo poi immaginare, insieme alle forze di maggioranza, un
percorso che potesse portare finalmente all’unità del centrosinistra –
spiega Sannicandro – Il Partito Democratico,
al quale ero iscritto, evidenziava invece alcune problematiche relative al
sindaco e alla sua squadra. Il Pd sta sbagliando, pensammo. Poi successe che
Palmieri, lasciando una carica importante come quella di presidente del
consiglio prima e di consigliere dopo, abbandonò la coalizione additando il
primo cittadino di inaffidabilità politica. Sbaglia Palmieri, pensammo ancora
una volta. Seguì il Partito Socialista che passò in minoranza accusando
Abbaticchio di prendere decisioni senza consultare le forze che lo sostengono.
E, di nuovo, pensammo che in errore fosse il Psi. In ultimo cominciarono ad
esserci dissidi con il gruppo consiliare proveniente da Sel ed in particolare
con l’ex assessore Daucelli (poi confluito in “Insieme per la città, la
lista di Sannicandro, ndr)».
Ed è a questo punto che si
consuma l’irreparabile frattura tra i due ormai rivali.
«Per noi il rispetto della persona e della politica viene prima di tutto
e non è trattabile» ribadisce con forza l’aspirante primo cittadino,
dicendo che in più occasioni sono state richieste occasioni di confronto per
risolvere quei dissidi che stavano sorgendo: «Un sindaco dovrebbe sempre cercare di mediare e di venire incontro alle
forze che lo appoggiano. Invece in più occasioni mi sono trovato io a mediare
tra le parti. In più occasioni, invece di chiarire con i diretti interessati, chiamò
me, saltando, come è solito fare, assessori e segretari di partito. Con toni violenti
e modi molto diversi da come noi intendiamo la politica, ribadì che o si faceva
come diceva lui o nulla. Si evitò sempre la discussione e Abbaticchio volle
solo organizzare un pranzo programmatico davanti a cento persone che tra loro
non si conoscevano. Una modalità che a noi non piaceva e che avremmo disertato».
«Rimanemmo frastornati per l’ennesimo episodio in cui veniva meno il
rispetto per le persone e per la politica» continua, facendo il suo mea culpa:
«Avevamo pensato che Abbaticchio potesse
meritare la nostra fiducia. Ma sbagliavamo. Non abbiamo fatto una scelta
conveniente, ma abbiamo fatto una scelta giusta».
Anche sulla decisione di
correre nella coalizione guidata dal Pd Sannicandro spiega la sua posizione: «Una scelta non mia, ma di quaranta persone.
Solo una persona era per la corsa solitaria, sostenendo che il percorso che poi
sarebbe stato intrapreso potesse non essere compreso dalla cittadinanza. Ma
poi, arrivando al ballottaggio e dovendo poi scegliere con quale coalizione
allearci, come avremmo giustificato l’appoggio a candidati che avremmo
fortemente criticato in campagna elettorale?».
E, ancora: «Noi ripudiamo l’idea eliocentrica della
politica, quell’idea che vede un singolo brillare di luce propria a discapito
degli altri che non contano nulla. Con noi non ci sarà mai un uomo solo al
comando. E dunque è inutile fare ironia sul fatto che non abbiamo ancora un
programma. Lo faremo insieme a tutte le altre forze politiche».
Argomento primarie.
Ringraziando i 4mila elettori che si sono recati a votare, ribadisce che anche
se avesse perso avrebbe appoggiato la coalizione. E rimprovera la stampa per i
paragoni con le primarie del 2008: «Non
facciamo paragoni con ere glaciali fa».
L’ultimo messaggio è
indirizzato direttamente al sindaco uscente, invitato ad un confronto pubblico
e a ritirare alcune delle accuse diffuse: «Noi
non abbiamo mai chiesto nulla».