Da Dionigi Tafuto, segretario di Rifondazione Comunista di Bitonto, riceviamo e pubblichiamo.
“L’estate torrida e la vuota azione politico amministrativa, non ci esimono dal riflettere su alcuni prossimi accadimenti bitontini, attraverso uno spirito critico ed una attitudine sempre puntuale che ci portano indietro nel tempo, onde spiegare al meglio quei fenomeni che non avvengono per caso.
I ricordi si fermano nella notte dei tempi (primavera 2012), quando un coraggioso segretario sezionale del PD Biagio Vaccaro, consapevole di una possibile sconfitta elettorale, con un gesto inaspettato e contro l’establishment del tempo, disse no al richiamo della sirena Abbaticchio.
Un “no” confermato anche 5 anni dopo (2017, secondo mandato Abbaticchio) che dette lo spunto alla vecchia guardia del PD (a secco di potere da troppo tempo) a che si preparasse un cavallo di Troia con a capo il più scaltro dei guerrieri (tale Francesco Brandi rinveniente dalle civiche abbaticchiane) che nottetempo si introdusse nelle fila del partito, traghettandolo in giunta per un accordo con Abbaticchio che in primis accontentava i numerosi orfani (di Vaccaro) malpancisti del cosiddetto “correntone”, attributendo loro l’incarico assessorile (quota rosa) della durata di un anno circa.
Passato l’anno, a certificare la forza dell’accordo, l’Ulisse (Brandi) della situazione, pretese con successo la propria rielezione plebiscitaria a segretario sezionale del PD con annessa sostituzione dell’assessora per una di sua indicazione, tale Angela Scolamacchia odierna candidata (magari plebiscitaria) dello stesso Partito Democratico.
Questo strano gioco dell’oca che si caratterizza per un ritorno sempre al punto di partenza, risulta, a leggere la dichiarazione della candidata, priva di una sana conoscenza delle problematiche amministrative che insorgono impellenti, tipo: il disastro delle opere pubbliche (le varie piazze), i parcheggi, i lecci e il traffico veicolare, lo smog e una urbanistica fai da te, e, ancora, la questione ambientale e le varie discariche pericolose.
Per non parlare degli aspetti politici (anche loro assenti) che legano questa destrutturata maggioranza con assessori dimissionati e non dimissionari, per assessori ai quali si assegnano partiti o altri ancora, accompagnati da altrettanti consiglieri comunali, a predicare una “anarchia politica” che si consuma attraverso un sentimento politico, tutto orientato contro il primo cittadino che sembra essere (a loro dire), al momento l’unico responsabile di una situazione di sfascio, al punto da ridurlo come la “Zita di Ceglie” per una eventuale ricandidatura”.