La quiete prima della tempesta.
In attesa della bagarre di oggi in Consiglio comunale sul rendiconto di gestione 2013, ieri il Partito democratico ha fatto capire che è pronto a dare battaglia.
Perché, a sentire le parole dell’ultimo arrivato in casa “democratica”, Paolo Intini, le questioni che non andrebbero sarebbero molteplici tanto che «domani (oggi, ndr) chiederò al presidente del Consiglio Palmieri di andare oltre il regolamento perché c’è molto da dire e da chiedere di questo rendiconto».
Qualche assaggio. «Ci sono cifre e numeri da chiarire perché c’è un avanzo di amministrazione di 2 milioni e 400 mila euro che sta a significare come l’amministrazione non spende. E lo dimostra anche il fatto che sono stati programmati soltanto 3 milioni di euro degli oltre 30 previsti sugli investimenti sul titolo secondo».
«Ci sono 800 mila euro di maggiore entrata – arringa Intini – e ciò sta a significare che la tassazione a cui sono stati costretti i bitontini non era necessaria».
Userà la sciabola anche il capogruppo comunale Francesco Ricci, che però non scopre le carte, limitandosi a sottolineare come l’amministrazione non sia molto aperta al confronto e alla partecipazione.
E la dimostrazione – ragionano i democratici – è che da Palazzo Gentile hanno ancora nel cassetto temi come bilancio partecipato e rendiconto partecipato, più volte annunciati ma mai sperimentati.
Non ha peli sulla lingua, invece, Nicola Antuofermo, comunista della prima ora e assessore al Bilancio durante l’amministrazione Valla.
Le sue parole sono autentiche bordate: «Bisogna far capire ai bitontini che le decisioni importanti che stanno prendendo a Palazzo Gentile (internalizzazione dei tributi locali, ndr) ci stanno facendo tornare al passato. Come si sta operando sul patrimonio, che io ho cercato di aggiornare dopo 20 anni di buio scoprendo anche immobili sconosciuti? Cosa si sta facendo sugli immobili occupati abusivamente? E sulla C2? E sulla 167, che cosi come si presenta è una vergogna che ci porterà a un contenzioso incredibile?»
E proprio in materia di contenziosi, secondo l’attuale esponente Pd, «Bitonto è il paese più rissoso perché ogni bene comune che viene realizzato lo si fa con un contenzioso».
E ancora: «E’ necessario creare un gruppo di lavoro per adeguare il Piano regolatore generale al Putt, di cui si parla da oltre 20 anni, e si deve, inoltre, insistere sulla questione della incompatibilità dell’assessore Daucelli», incalza Antuofermo.
Che, convinto che per dare una scossa alla città non si debba partire dal centro storico, invita il suo partito a “prendere le armi”: «Il voto ricevuto alle Europee ci deve dare piena legittimazione democratica a governare la città e mandare a casa Abbaticchio».