All’indomani dell’ultimo consiglio comunale, terminato con un avvilente nulla di fatto, Partito democratico e Lista Intini hanno convocato una conferenza stampa per illustrare le ragioni del loro operato.
In particolare, nel mirino di Francesco Paolo Ricci, Franco Natilla – due consiglieri che, ognuno nel suo campo, hanno scritto pagine importanti della storia dello sport bitontino – e Pino Maiorano è finita quel che doveva essere la bozza di regolamento circa le strutture sportive cittadine, da sempre punctum dolens amministrativo.
“La proposta di deliberazione sugli impianti sportivi comunali, voluta dal sindaco nel più breve tempo, non poteva essere comparata alla proposta dell’affidamento degli impianti pubblici comunali poiché vi sono delle peculiarità differenti“, ha attaccato Francesco Paolo Ricci.
“Chi ha approntato il testo non ha tenuto conto della legge regionale 33/2006 per lo sviluppo dello sport per tutti, il comma 25 dell’articolo 90 che si rifà alla legge finanziaria 2002, che regolamenta l’affidamento degli impianti. La proposta, invece, non fa alcun richiamo al comma suddetto della finanziaria, ma al 24, che nulla c’entra con l’argomento in questione. Ergo, non potevamo che dare parere negativo, perché il documento era privo dei richiami normativi adeguati.
La Legge quadro, ben scritta dalla Regione e firmata da Minervini, che mi pare abbia il proprio partito nella maggioranza a Palazzo Gentile, su gestione, convenzione, concessione, gara pubblica e affidamento, traccia un chiaro solco su come devono muoversi i comuni. Bisogna privilegiare nella gestione le federazioni, le discipline associate, gli enti riconosciuti dal Coni e le associazioni“, prosegue la filippica l’avvocato.
Che incalza ancora: “La legge, disattesa dal documento, offriva un buon canovaccio su cui muoversi, e questo atto di indirizzo poteva essere ripreso e rifatto, salvaguardando i principi di trasparenza ed evidenza pubblica, seguendo la proposta di tornare in consiglio per l’approvazione del relativo capitolato. Ci voleva solo chiarezza. L’assessore Nacci da tre anni, tranne che propagandare eventi che hanno scarsa ricaduta sul tessuto sociale, nulla ha realizzato e, di fatto, non conosce le basi su cui preparare un documento, che aveva una serie di contraddizioni al suo interno. Gli impianti pubblici devono essere fruiti da tutti non dati ad un privato che poi deve farci business“.
La disamina del capogruppo dem è dolorosamente dettagliata: “Ma io mi chiedo: per loro è una priorità la fruizione degli impianti sportivi oppure no? In quattro anni cosa hanno fatto? Nulla. Molte strutture sono prive di agibilità ed hanno bisogno di interventi che ne consentano un uso finalmente corretto. Una amministrazione che intenda mettere gli impianti a disposizione di tutti, doveva porre rimedio alle defillànces, visto che già nel 2012 il dirigente segnalò all’assessore le diverse anomalie. Non è possibile oggi leggere che si può concedere un impianto subordinatamente al rilascio alle certificazioni in materia dell’ente. E’ un ossimoro incomprensibile. Ancora. Ci sono questioni antiche da definire come il Palazzetto dell’Istituto “Maria Cristina”, che, secondo me, si poteva risolvere, e la gestione della piscina, dove urge verificare il rispetto delle condizioni di partenza e la piena fruibilità da parte della collettività“.
“Sono problemi che vanno avanti stancamente da anni – sottolinea accigliato Maiorano -. Se risolvono problemi a San Siro e allo Juventus stadium, non vedo perché sia impossibile risolvere i problemi dei campi bitontini e delle frazioni, che una volta a norma potrebbero essere utilizzati in maniera più attiva“.
Il carico da novanta lo aggiunge in chiusura Natilla, che affonda in tackle: “Siamo di fronte dinanzi alla riprova di quanto sia evanescente la Amministrazione che fa solo proclami e tiene in ostaggio la comunità di Bitonto e frazioni, fra assessori diffidati, incapaci e inoperosi, che indegnamente governano la città. È indecoroso oltre che oltraggioso che un consiglio comunale venga chiamato a discutere di punti all’ordine del giorno poi ritirati per insipienza dalla maggioranza stessa che li propone“.
“Da quando questo sindaco è salito a Palazzo Gentile, Bitonto è letteralmente paralizzata“, la conclusione del consigliere piddino pesa come l’ìscrizione su una lapide.