Mentre a Roma andava in scena il corteo
in piazza del Popolo in difesa della Costituzione, sabato la politica era
impegnata a Bari e a Bitonto.
Perché se il capoluogo pugliese ha
assistito all’avvio della corsa (e probabile vittoria) di Matteo Renzi alla
segreteria del Pd, all’ombra dell’olivo ha fatto tappa il Pdl nazionale per
la due giorni del “#mustchange”, bl’appuntamento organizzato dal Popolo
della libertà bitontino.
Raffaele Fitto e Maurizio Gasparri,
intervistati dal direttore de la “Gazzetta del Mezzogiorno” Giuseppe
de Tomaso, hanno dialogato su “l’Italia che verrà” mettendo in luce
un unico limpido punto: l’immediato futuro del Pdl (o Forza Italia che
sia) non può prescindere da Silvio Berlusconi.
“La sinistra e in particolare Matteo
Renzi devono smetterla di preoccuparsi di dare un leader al centrodestra perchè
il nostro leader è Silvio Berlusconi perchè è stato scelto dagli italiani
– ha tuonato l’ex governatore della Puglia – e perciò adesso
come mai è necessario restituire il pallino in mano a lui».
Ecco allora subito spiegata la missione
dei cosiddetti “lealisti” in contrapposizione agli “alfaniani”., che vorrebbero
strappare il partito e staccarsi dal patron di Mediaset.
«Io non sono mai stato berlusconiano
e ho avuto screzi con il presidente in passato – ha sottolineato Fitto
– ma penso che proprio in questo momento così difficile della sua vita
noi dobbiamo dargli ancora di più le chiavi del partito e del centrodestra. E
chi non accetta questa idea non è coerente con la propria storia e c’è
certamente qualcosa che non va».
E, per chi non avesse capito l’antifona,
il pidiellino rincara la dose: «Non deve essere Berlusconi a chiedere
qualcosa a noi, siamo noi che dobbiamo chiedere qualcosa a lui, e perciò il
metodo di Alfano è inaccettabile».
L’idea, allora, è chiara: azzerare le
cariche e riconsegnare tutto in mano a Berlusconi. In attesa che si formi sul
campo una nuova classe dirigente e, forse, delle primarie. L’ex ministro degli
Affari Regionali ha detto la sua sul governo («deve durare ma vogliamo
vedere i nostri interessi tutelati»), sulla modifiche alla seconda
parte della Costituzione («non è possibile se non inserisce anche la parte
relativa alla Giustizia e alla Corte costituzionale»), e sulla procura
di Bari, che «fa il pieno di magistrati che si buttano in politica».
Di un Pdl legato anima e corpo a
Berlusconi ha parlato anche Gasparri, che vede «inimmaginabile una
rottura nel partito, anche perchè chi rompe ha gli applausi di Rosy Bindi e non
è molto carino».
L’ex finiano lancia l’idea poi di una
coalizione ampia che vada dai cattolici all’estrema destra. Secondo l’ex
ministro, poi, «Berlusconi ha fatto bene anche in politica estera perchè,
nonostante sia stato sempre preso in giro, ha firmato accordi importanti con
Putin e Gheddafi, con il quale aveva messo un freno all’ondata di sbarchi di
migranti».
La sensazione, però, è che nel Popolo
della libertà sia iniziata una corsa forsennata al trono di Berlusconi…