Il decennio degli anni ’60, a Bitonto, si apre con il ritorno alle urne per rinnovare il consiglio comunale. Sono 6900 i comuni che votano il 6 e il 7 novembre di quell’anno. Si vota anche per il rinnovo di 78 consigli provinciali.
È un anno particolare. In tutto il globo. È in corso il processo di decolonizzazione di diversi paesi, specialmente nel continente africano, che finalmente ottengono la loro indipendenza. In Italia, a marzo, il presidente del consiglio Antonio Segni si dimette, dopo la frattura con il Pli, e, il mese successivo, il nuovo governo guidato da Fernando Tambroni ottiene la fiducia alla Camera dei deputati grazie ai voti della Democrazia Cristiana, del Movimento Sociale Italiano e di quattro ex deputati monarchici. Una fiducia che, a causa dei voti dei missini, numericamente importanti per la tenuta del governo, provoca critiche sia dalle forze di sinistra che dalle correnti di sinistra della stessa Dc. Critiche che si andarono ad aggiungere a quel forte clima di contrapposizione politiche che si era già formato dopo la decisione del Msi di tenere il suo sesto congresso nazionale a Genova (gli scontri di piazza in diverse città italiane provocarono morti e feriti).
Siamo nel pieno del boom economico, come abbiamo spiegato già nella precedente puntata di questa rubrica. In Europa e in Italia. Anni economicamente felici per il nostro paese, che vede la propria economia crescere in modo impressionante. Soprattutto alla luce delle condizioni in cui era uscito dalla Seconda Guerra Mondiale. A governare la città, all’inizio dell’anno, è il sindaco Vito De Santis, che due anni prima aveva sostituito il dimissionario Angelo Custode Masciale, dopo la sua elezione al Senato della Repubblica.
Si inizia a parlare della realizzazione di una nuova linea ferroviaria da Bari a Barletta. Linea che sarà ribattezzata con il nome di “Ferrovie del Nord Barese” e che collegherà anche Bitonto.
Con l’avvicinarsi alle elezioni, la Dc e il suo segretario, Pasquale Marrone, indicono, all’inizio di febbraio, un’assemblea degli iscritti per il rinnovo delle cariche interne. Assemblea in cui il segretario sollecita l’apertura di un cantiere per la realizzazione di una Scuola Materna nell’Istituto Maria Cristina di Savoia, da tempo richiesto già dal consigliere Domenico Saracino e prossimo all’apertura, dal momento che la Provincia ha già espletato tutti gli adempimenti. L’assemblea è anche occasione per discutere del “Piano Verde”, piano di interventi per incentivare l’agricoltura e aiutare gli agricoltori ad inserirsi nel mercato, specializzandosi e aumentando la produttività. Un piano richiesto dalla Confederazione Nazionale dei Coltivatori, che si propone, come fine ultimo, l’elevazione delle popolazioni rurali e il raggiungimento dell’eguaglianza dei redditi tra chi lavora nei campi e chi lavora nelle altre attività.
Sempre a febbraio, il 13, viene firmato, dai sindaci dei paesi coinvolti e dal presidente della Provincia Lozupone, l’atto costitutivo del consorzio per lo sviluppo della Zona Industriale di Bari, che punta a creare «nuove fonti di lavoro per le nostre maestranze e, in generale, ad un più alto livello del tenore di vita della nostra gente».
Nel mese di marzo Bitonto ospita, sui palchi allestiti ai piedi di Porta Baresana, la trasmissione televisiva “Campanile Sera”, accolta con entusiasmo da una città ansiosa di vedersi trasmessa in quei televisori che, sempre più, si diffondono nelle case degli italiani.
A giugno, invece, si insedia la consulta giovanile, costituita da alcuni giovani, rappresentati dell’universitario di estrazione comunista Gaetano Avena (qualche mese sarà eletto consigliere nella lista del Pci), desiderosi di «agire al di là di ogni ideologia politica, cercando di inserire i giovani nella vita sociale e interessarli ai problemi artistici, morali e culturali, eliminando la trista piaga della “gioventù bruciata”». Una consulta sulla cui apoliticità, tuttavia, hanno diversi dubbi i cattolici. I giovani della Fuci e della Dc, infatti, non aderiscono.
La campagna elettorale entra nel vivo a luglio con la visita dell’onorevole Antonio Carcaterra, nel cui discorso, esprimendo solidarietà agli esponenti delle forze dell’ordine coinvolti nelle manifestazioni di piazza indette dalla sinistra, invita l’elettorato a sostenere la Dc alle consultazioni elettorali.
Per la Democrazia Cristiana, a fine ottobre, interviene anche l’ex sindaco di Bari Nicola Damiani, candidato alle provinciali, criticando sia le posizioni del Pci, giudicate estremiste, sia il Psi, accusato di subalternità ai comunisti, nonostante il suo vicesegretario Francesco De Martino abbia affermato in un precedente comizio socialista che «proprio qui a Bitonto il Psi non rinunzierà mai alle sue posizioni autonomistiche».
Tra gli ospiti del comizio del Pci vi è Gianni Damiani. Per la lista formata da Psdi e Pri, a parlare sui palchi bitontini è Michele Pellicani, direttore del quotidiano “La Giustizia” e membro della direzione socialdemocratica, in un comizio in cui ad essere criticati sono il frontismo socialcomunista e la destra monarchica e fascista.
A chiudere la campagna elettorale sono, per la Dc, l’onorevole Michele Troisi e Giorgio La Pira, sostenendo la lista della Dc, il cui capolista è il futuro sindaco Domenico Saracino.
La maggioranza dei voti è raggiunta dalla Dc con 8070 preferenze. Segue il Psi con 4891, il Pci con 4785, il Msi con 880 e il Psdi con 260. A capo dell’esecutivo, comunque, è riconfermato, il mese successivo, il sindaco Vito De Santis, con 21 voti, in un consiglio comunale in cui il gruppo democristiano è assente. L’amministrazione cadrà l’anno successivo, con la defezione dell’assessore comunista Avena. La crisi di governo porterà all’insediamento del commissario prefettizio Gustavo Prezzolini, che porterà la città alle successive amministrative del ’62, in cui la carica di sindaco tornerà ad un democristiano, Domenico Saracino.
Alla Provincia vince la Dc, conquistando solo a Bitonto 7864 voti e portando il candidato Nicola Damiani in consiglio provinciale. Il Pci e il suo candidato al collegio di Bitonto – Modugno, si fermano a 5111 voti, il Psi con Larovere, anch’egli futuro sindaco, a 4354, il Psdi a 192, il Pli a 59, il Msi, con il suo candidato Pasquale Lomaglio, a 873. Come presidente, è riconfermato Vitantonio Lozupone, fondatore della Democrazia Cristiana in Terra di Bari e sindaco di Giovinazzo dal ‘46 al ’54. Manterrà la carica fino al ’62, quando divenne sindaco di Bari.