Nuovo mantra della neonata Seconda Repubblica, negli anni ’90, fu il bipolarismo, sistema politico basato sulla contrapposizione tra due blocchi distinti, uno a destra e uno a sinistra. Un sistema ben lontano dalla storia politica italiana, caratterizzata da tante culture politiche diverse e da differenti partiti politici spesso in contrapposizione tra loro, nonostante l’appartenenza ad uno stesso orizzonte valoriale.
Il bipolarismo italiano si caratterizzò per la presenza del Polo delle Libertà di Silvio Berlusconi, nel centrodestra, e dell’Ulivo di Romano Prodi, nel centrosinistra. Parliamo, oggi, di quest’ultimo. Non un partito, ma un’alleanza elettorale di centrosinistra. Nacque nel 1995 e, sotto il suo simbolo raffigurante un ramoscello di ulivo, raggruppò diversi partiti politici del centrosinistra per oltre un decennio, dal 1995 al 2007. Vi fecero parte, negli anni, Democratici di Sinistra, Partito Popolare Italiano, Patto Segni, Alleanza Democratica, Federazione dei Verdi, La Rete, Partito Repubblicano Italiano, Federazione dei Liberali, Federazione Laburista, Movimento dei Comunisti Unitari, Cristiano Sociali, La Margherita, Socialisti Democratici Italiani, Rinnovamento Italiano, Democratici, Udeur, Partito dei Comunisti Italiani, Movimento Repubblicani Europei.
Fu costituita su iniziativa di Romano Prodi che mirava a mettere insieme le esperienze dell’Alleanza dei Progressisti e quelle del Patto per l’Italia e raggruppare cultura socialista-socialdemocratica, cattolico-democratica e quella liberaldemocratica. Un’esperienza che sorgeva dalle ceneri della Prima Repubblica, per traghettare il centrosinistra verso la nuova prospettiva bipolarista della politica italiana e per contrastare il Polo delle Libertà, la coalizione guidata da Berlusconi, che, dopo due anni al governo, andò in crisi per malumori tra Lega Nord e resto delle forze politiche che ne facevano parte.
«Finalmente l’orizzonte politico comincia a rischiararsi. Il bipolarismo ha contribuito a creare due schieramenti alternativi e a gettare le basi della democrazia dell’alternanza, dunque della democrazia compiuta. La terza fase prevista da Aldo Moro si sta attuando» scrisse Michele Giorgio, esponente del Ppi, sulle pagine del da Bitonto, in occasione delle politiche del 1996 e dell’esito, a suo dire, positivo della tornata elettorale.
Dopo aver dato appoggio esterno al governo Dini dal ’95 al ’96, fu, nella sua storia, due volte al governo. Dal ’96 al 2001, infatti, fu forza predominante degli esecutivi Prodi I, D’Alema I, D’Alema II e Amato II. Dopo la quinquennale parentesi berlusconiana, tornò al governo nel 2006, fino al 2008, per il Prodi II.
L’Ulivo ebbe illustri rappresentanti bitontini che riuscirono a farsi eleggere nei diversi livelli della politica italiana ed europea. Iniziamo dalla prima che, nel ’96, vide l’elezione di Giuseppe Rossiello per il Pds. Le elezioni europee del 1999, invece, videro l’elezione di Giovanni Procacci, esponente dei Democratici. Dopo la fine del quinquennio europeo, ritornò a seguire l’incarico nel 2005, dopo le dimissioni del giornalista Michele Santoro. Ma il secondo mandato europeo durò poco. Si dimise, infatti, l’anno successivo, quando si candidò al Senato della Repubblica, risultando eletto. Venne confermato nel 2008, quando, conclusa l’esperienza dell’Ulivo, si ricandidò per il Partito Democratico.