L’ottavo anno di vita
dell’Associazione Città dell’uomo, scuola di formazione civile e politica, è
coronato da un nuovo successo numerico. Più di duecento, ancora una volta, gli
iscritti che il 10 novembre hanno partecipato all’incontro inaugurale di un anno
che – ha anticipato il Presidente dell’Associazione, Filippo Rucci – si
prospetta ricco di attività, momenti di ricerca e analisi, occasioni di
approfondimento delle prospettive sociali e politiche inerenti al Mezzogiorno,
su cui avverranno confronti in concomitanza con l’emergere di questioni di
scottante attualità.
La stagione politica che si
attraversa, più che in altri momenti storici, chiama soprattutto i giovani (in
questo caso gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori) ad
esprimersi, a prendere coscienza della propria natura di cittadino e di
neovotante, a sollevare dubbi e a pretendere una comunicazione più immediata
con esponenti ed esperti del settore.
Non è stata casuale difatti la
scelta di aprire questo ciclo di incontri con l’onorevole e magistrato Nicola
Magrone, di cui sono stati decantati i successi: Pretore del lavoro a Monza negli
anni 70 in coincidenza con la formulazione dello Statuto dei lavoratori fu poi
attivo nello stesso campo a Milano, dove dedicò la sua attenzione ai reati
ambientali e ad alcune problematiche legate all’Aeroporto di Milano-Linate;
tornato a Bari, assunse la carica di Sostituto procuratore e si applicò alla
risoluzione di casi di criminalità organizzata, a causa dei quali fu sottoposto
a scorta per quindici anni; proseguì la sua carriera come Presidente della
Corte d’assise di Potenza e poi come Procuratore Capo della Repubblica a
Larino, dove aprì le indagini relative al crollo della scuola di San Giuliano
di Puglia nel 2002, in cui morirono ventisette bambini.
Il suo profilo
professionale è stato arricchito da un impegno politico altrettanto proficuo;
inizialmente Consigliere comunale a Modugno, Magrone fece spazio sempre più a
questa passione e venne eletto deputato alla Camera nel 1994, momento in cui
divenne anche membro della Commissione agli affari costituzionali e della
Commissione stragi. Nel 2013 fu eletto sindaco di Modugno a capo di una
coalizione di centro-sinistra e provvide a ristabilire ordine e decoro all’interno
del Consiglio comunale.
Nessuna voce più autorevole
sarebbe stata in grado di spiegare ed esemplificare le complessità sorte in
merito alla Costituzione, alla sua storia e – in questi ultimi mesi – al suo
futuro. Con un efficace riferimento al 1947 – anno in cui la Carta costituzionale
italiana fu approvata, come elemento rappresentativo di una Nazione democratica
che veniva fuori da una fase di repressione fascista – e alle lotte perpetrate
nel tempo per ottenere libertà, diritti e concessioni, stando ben attenti a non
stravolgere delicati meccanismi, l’onorevole Magrone ha esortato i giovani a
verificare la reale necessità di produrre emendamenti così forti alla
Costituzione.
Ad una prima parte, composta di 12
articoli, in cui sono enumerati i Principi fondamentali come la libertà di
pensiero ed espressione (art. 8) e il ripudio della guerra tranne in casi di
difesa (art. 11), fa riscontro una seconda parte (13-139) in cui sono definiti
i modi e i mezzi attraverso cui si configura e si regola uno Stato democratico:
di quali e quanti elementi si compone il Parlamento, a chi è riservata la
scelta dei membri, a chi è attribuita la capacità di scioglierlo; come si
formano le Regioni e i Comuni e quali siano le loro specifiche competenze. A
questo sistema, nel corso degli ultimi decenni, sono state apportate soltanto
delle minime migliorie, spesso impercettibili, che non ne hanno promosso una
nuova lettura ed interpretazione.
In questo frangente
storico-politico invece – continua l’onorevole Magrone – l’elettorato è
invitato ad esprimere con coscienza il suo rifiuto o la sua approvazione
rispetto a cospicue modifiche che l’attuale Presidente del Consiglio intende
applicare alla Costituzione, con cui si snellirebbe l’apparato amministrativo e
si tenderebbe ad accentrare le facoltà decisionali in mano a pochi, riducendo
il numero dei Parlamentari e garantendo più libertà al Governo.
Il panorama
appare preoccupante per i sostenitori del NO, che guardano ad una tale
prospettiva come all’annuncio di una nuova fase politica, molto meno democratica
dell’attuale.
La propensione al SI o al NOdipenderà dalle esigenze e dalle richieste del cittadino rispetto alla società
di cui fa parte e al Governo dal quale vuole sentirsi rappresentato; per fare
questo però sarà necessario non solo “avere intenzione di esprimersi” ma farlo
concretamente, attraverso una manifestazione importante di partecipazione
consapevole alla storia del Paese, mediante il voto.