Dal professor Francesco Brandi, assessore a Risorse Finanziarie E Programmazione – Pianificazione Urbana Strategica e Periferie, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Pagare gli amministratori della cosa pubblica è un atto di civiltà e democrazia che viene da molto lontano, dall’Atene del V secolo. Nacque per consentire a tutti l’accesso alle cariche della polis, non solo a chi viveva di rendita. Fermo restando ciò, io credo fermamente, anche a costo di attirarmi ostilità, che alle cariche debbano ambire le persone più preparate, indipendenti, disinteressate da ritorni economici. Ma perché facciano serenamente il proprio servizio, devono essere messi nelle condizioni, anche economiche, di spendersi al meglio.
Purtroppo, le storture di alcuni e i privilegi odiosi accumulatisi nel corso del tempo, hanno trascinato nel fango tutti, senza distinzione. Come se non li avessimo votati noi certi politici indegni e spudorati! Insomma, sembra fare ancora notizia il fatto che sindaco assessori consiglieri e presidente percepiscono indennità o gettoni di presenza (per me anche i consiglieri dovrebbero percepire indennità e decadere in caso di assenze), anche se aumentati. Ne approfitto per chiarire che io ho scelto di conservare la mia attività di docente, che mi consente permessi retribuiti (per sedute di consiglio e di giunta) e non retribuiti (per il regolare svolgimento dell’attività assessorile) al fine di mantenere contatto con la professione, coi ragazzi e con la realtà della città fuori da Palazzo Gentile.
L’attività amministrativa e politica mi comporterà un impegno parallelo enorme, che in questi anni per la verità ho già provato. Ma garantirò presenza ed efficienza tutti i giorni della settimana, tra la mattina e il pomeriggio, per un monte ore pari o superiore a quello dell’insegnamento. Il tutto riducendomi lo stipendio da docente (di un terzo circa) e percependo l’indennità assessorile per metà (com’è prescritto per i dipendenti pubblici). Detto questo spero che prima possibile si sposti l’attenzione sulla qualità del lavoro politico amministrativo dei rappresentanti della cosa pubblica. Che si segua con competenza e rispetto per il lavoro altrui l’attività svolta in nome della comunità.
Con competenza, perché la profondità e la conoscenza dei problemi, dei processi e delle dinamiche, porta gli amministratori a fare meglio il proprio lavoro. Con rispetto, perché spesso ci si fa scudo della pubblicità e della trasparenza, per sollevare polveroni che abbassano il livello della discussione a pettegolezzo. Alzando l’asticella dei discorsi pubblici, alzeremo il livello del servizio pubblico. A quel punto, pagarlo il giusto sarà un piacere. In fondo, come spendi mangi”.