Dopo diversi mesi
di attesa, tra ricorsi e sentenze, giunge al capolinea la contesa sull’attribuzione del
quindicesimo seggio in consiglio comunale. Protagonisti di questa lunga
diatriba sono stati da un lato Giuseppe
Maiorano, candidato nelle elezioni amministrative del 2012 e primo non
eletto per la lista “Paolo Intini Sindaco”, e dall’altro l’assessore allo
sport, Domenico Nacci, ed il
consigliere comunale, Luigi Febbrile, entrambi eletti per l’Italia dei Valori.
Pomo della discordia, l’attribuzione
del quindicesimo seggio alla maggioranza, per effetto di un arrotondamento in
eccesso della dicitura “almeno il
60% dei seggi” presente nella Legge
Finanziaria del 23 Dicembre 2009, n.191, all’articolo 2, comma 184, che
riduce il numero dei componenti del consiglio comunale 20% per i comuni
superiori a 15 mila abitanti. A Bitonto, dunque, si passa da 30 a 24
consiglieri comunali, ripartiti tra 15 di maggioranza e 9 di minoranza.
Il Tribunale
Amministrativo Regionale della Puglia, lo scorso mese di Ottobre, si
espresse a favore della coppia Nacci – Febbrile, respingendo così il ricorso di
Maiorano e lasciando così inalterato l’arrotondamento in eccesso, con una maggioranza
a 15 seggi, considerando quel 60% indicato come un valore minimo.
Infatti, il 60% di 24 consiglieri
corrisponde a 14,4 mentre il numero di 14 consiglieri, inizialmente indicato
come il numero dei consiglieri di maggioranza, equivale al 58,335%, evidente inferiore
alla soglia minima del 60%.
Maiorano, però, non si è dato per vinto
ed ha seguito la strada del ricorso in Consiglio
di Stato. E dopo mesi di lunga attesa, in giornata è stata resa nota la
sentenza della Quinta sezione, presieduta dal giudice Alessandro Pajno, che
pone fine alla querelle.
Anche il Consiglio di Stato, dopo il
TAR pugliese, respinge il ricorso di
Giuseppe Maiorano, considerando quello de 60% un «limite
“minimo”, una soglia percentuale in ogni caso garantita, di “almeno il 60%”,
una quota percentuale che funge, quindi, da parametro che cristallizza il
presupposto negativo per l’attribuzione del premio e la consistenza minima del
premio medesimo – recita la sentenza –. Si deve aggiungere che la diversa soluzione
dell’arrotondamento per difetto impedirebbe l’applicazione del meccanismo
correttivo che la legge prevede invece quale conseguenza indefettibile del
mancato raggiungimento, anche in ragione di frazioni di punto, della soglia
minima del 60%».
La partita, dunque,
si chiude qui. Resta così invariata la composizione del consiglio comunale
bitontino.