Sì al
nuovo statuto comunale, alla ridefinizione dei criteri generali degli
uffici e dei servizi e all’ordine del giorno aggiuntivo sull’Imu
agricola.
Il
Consiglio comunale di ieri, l’ultimo prima di Natale, ha consegnato
al Comune una “nuova legge” fondamentale destinata a
mutarne per sempre la struttura organizzativa e quella del personale.E che, per
questo motivo, forse farà discutere.
Disco
verde alle modifiche statutarie. Dopo
le prime due letture – avvenute venerdì e lunedì – ieri era
necessario l’ultimo via libera della maggioranza qualificata.
L’opposizione
non ha cambiato registro e, seppur comprendendo in parte le motivazioni del
provvedimento, non ha lesinato qualche critica su soluzioni e
metodologie adottate.
Il
capogruppo del Partito democratico, Francesco Paolo Ricci, per
esempio, si è chiesto se «questa
sia la soluzione migliore per risolvere il problema del personale, o
se in realtà, invece, non è un provvedimento di retrocessione che
impedisca al Comune di non interfacciarsi al meglio con gli enti
sovracomunali». Voto
contrario, allora, al provvedimento, «ma
non per i dipendenti comunali che vanno elogiati ma per come si è
affrontata la questione» e
invito allora a insistere sulla digitalizzazione degli uffici.
Gli
stessi motivi per il “no” sono arrivati anche da Christian Farella,
che si è augurato che i dipendenti che diventeranno funzionari
apicali abbiano imparato dai dirigenti, e da Francesco Toscano (Udc).
Perplesso
anche il capogruppo di Forza Italia, Domenico Damascelli, che si è
chiesto che fine farà l’Ufficio comunicazione e informazione
(attualmente è una unità fuori settore, ma dovrebbe confluire nel
servizio Cultura, ndr), «e
una contraddizione se dovesse sparire visto che abbiamo un assessore
con la delega alla Comunicazione istituzionale», se
si è pensato di dare più risalto alla sicurezza e alla polizia
municipale (dal nuovo quadro, i vigili urbani dovrebbero far capo
direttamente al sindaco, ndr), e quanti funzionari sono previsti per
il settore turismo (e, sulla questione, polemica prolungata con il
sindaco Michele Abbaticchio).
Dall’altra
parte dell’emiciclo, invece, non l’hanno pensata alla stesso modo:
per Filippo D’Acciò (Città democratica) «è
una iniziativa coraggiosa che speriamo possa portare i frutti
sperati»,
per Francesco Mundo (Psi) «è necessario
perché si doveva fare di necessità virtù»,
per Giuseppe Fioriello (Italia dei valori), «è
un provvedimento che dà un segnale preciso e immediato e cerca di
valorizzare i dipendenti».
Il
sindaco, invece, ha promesso che ascolterà tutte le proposte che
arriveranno dai consiglieri sulla riorganizzazione degli uffici.
Anche se l’ultima parola spetterà alla giunta.
Il
voto, allora, è scontato: 14 i favorevoli, 8 i contrari.
Il
nuovo statuto, adesso, entrerà in vigore dopo 30 giorni dalla
pubblicazione dell’albo pretorio comunale.
Via
libera, anche, con gli stessi voti, ai nuovi criteri di
riorganizzazione degli uffici e dei servizi.
No
all’Imu agricola. Maggioranza e
opposizione hanno detto “no” unanime, invece, all’Imu agricola,
la nuova mannaia che dovrebbe arrivare il 26 gennaio e che metterebbe
in ginocchio molti contribuenti e agricoltori bitontini.
Il
Consiglio, infatti, ha votato un ordine del giorno che chiede al
governo di cancellare e ritirare il provvedimento, così come stanno
facendo altri Comuni pugliesi. Il relatore, Domenico Damascelli
(impegnato su questo tema anche nel Consiglio nazionale dell’Anci),
ha sottolineato che «la
retroattività della pretesa fiscale, l’incertezza dei criteri
applicativi e gli effetti devastanti sui Comuni e sulle comunità ne
evidenziano la possibile illegittimità costituzionale, l’iniquità
e soprattutto l’inopportunità dell’imposta, visto che molti enti
locali interessati insistono in aree svantaggiate e fortemente
esposte a fenomeni di dissesto idrogeologico e spopolamento».
D’accordo
anche Christian Farella, secondo cui «la
terra non può essere tassata».
Sì
alla questione Piscopo – Mariotto. Animata,
invece, è stata la discussione sulla vicenda, non certamente nata
ieri, riguardante
l’intervento che il signor Vito Piscopo vorrebbe realizzare nell’area
di espansione a destinazione residenziale tipizzata c3. Il più attivo è stato il piddino Franco Natilla, che a più riprese ha
polemizzato con il sindaco e il dirigente Giuseppe Sangirardi sulla
presenza di eventuali novità rispetto alle due bocciature decretate
dai dirigenti precedenti, anche perché proprio uno di questi –
Turturro – diceva
che questo progetto imprimeva incompatibilità al piano
particolareggiato.
È
quasi tutta l’opposizione (Toscano, Ricci, Damascelli), in realtà, a
polemizzare e a chiedere precisi lumi sulla questione. Alla fine,
però, approvando l’emendamento che “obbliga” Piscopo a
monetizzare l’Imu della zona se non dovesse realizzare il progetto
l’ordine del giorno ha ottenuto 11 voti favorevoli e 7 contrari.
Poi tutti a casa, e per i restanti 11 punti in programma se ne dovrebbe riparlare dopo
Natale.