Dal consigliere comunale Pasquale Castellano riceviamo e volentieri pubblichiamo
In questi giorni ho assistito ed ascoltato molte sterili discussioni riguardo l’asta afferente un bene immobile del comune ubicato in corso Vittorio Emanuele. Purtroppo però, come spesso accade, non è giunta alcuna proposta concreta. È stata da sempre una mia convinzione il fatto che la politica debba essere mossa da ideologia e passione, per questo a quel luogo ci sono emotivamente legato, avendoci passato quasi vent’anni della mia vita, da quando non ancora maggiorenne mi sono affacciato alla politica, con la forza delle idee e la passione per metterle al servizio della comunità. Ma non è questo che mi spinge a proporre quanto segue. Preciso che in discussione vi è un immobile che non può essere derubricato ad una stima di natura puramente tecnocrate ma altresì, di un bene che detiene al suo interno, intrisa nelle sue mura, una intensa carica storica, sociale e politica: in principio una Pescara pubblica, successivamente sede del partito nazionale fascista (fascio giovanile di combattimento), sede delle prime postazioni occupate in città dai partigiani (come ripetutamente ricordavano vecchi compagni come, Cimindirizzi, Brascia e Naglieri), per concludere, in tempo più recenti, con la sede del Partito comunista.
Ritengo importante precisare che le mie posizioni ideologiche non hanno alcuna valenza sulla questione in esame: credo, al contrario, che il punto focale sia l’effettiva appropriatezza della predisposizione di un asta pubblica, per quell’immobile, attraverso una delibera di giunta comunale. Un atto assolutamente legittimo ed a norma di legge, ma che a mio avviso, svilisce un immobile che a suo modo racconta una storia che è parte integrante della nostra città. Per questo chiedo al Sindaco ed ai miei colleghi consiglieri di discuterne in consiglio comunale. La destinazione catastale (gruppo B) spiega l’esatta funzione per cui è nato quel luogo. Perdersi nei labirinti ideologici e, più precisamente, nell’antica (forse obsoleta) contrapposizione tra chi è comunista e chi no, porterebbe la massima istituzione comunale ad impaludarsi in un’inutile e sterile bagarre a cui personalmente non ho intenzione di partecipare. Qui si tratta, mi preme ribadirlo, di dare valenza ad una memoria storica, di darle dignità, tenendone vivo il ricordo. Per questo ho preparato una richiesta di Ordine del giorno per discutere delle valorizzazioni immobiliari da condividere con tutti quei consiglieri che vorranno discutere dell’argomento in consiglio che presenterò appena sarà raggiunto il numero necessario per poterne chiedere la calendarizzazione ( 1/5 dei consiglieri) così da porre le basi per una eventuale sospensione del procedimento in essere a seguito delle delibere di giunta 235/2019 e 10/2020. Invece a tutti i cittadini attivi che in questi giorni, si sono più o meno indignati, chiedo di presentare proposte concrete per un utilizzo consono, da portare ed approvare in consiglio comunale (e magari, perché no, trovare anche le risorse finanziarie per il relativo mantenimento).
Personalmente propenderei per una biblioteca autogestita dai tanti docenti della nostra città e farla diventare luogo di studio e di aggregazione per studenti e magari, in un momento socialmente e politicamente complesso come quello attuale, tentare una re-sensibilizzazione di temi di solidarietà multiculturale e dei valori partigiani, così da ridare nuova dignità ad un luogo che nel bene o nel male ha segnato la nostra comunità.