«Mentre lui trasforma una cosa qualunque in leggenda, io trasformo una leggenda in una cosa qualunque».
Si può riassumere con questa frase la rivalità che il compositore italiano Antonio Salieri, maestro di cappella presso la corte degli Asburgo, prova per il genio nascente del giovane Wolfgang Amadeus Mozart, con il quale è cosciente di non poter competere. Rivalità narrata nello spettacolo teatrale “Amadeus”, diretto da Alberto Giusta e andato in scena sabato scorso al Teatro Traetta di Bitonto.
Ad interpretare Salieri è Tullio Solenghi, che abilmente incarna quella morbosa invidia portata a teatro prima dal drammaturgo russo Aleksandr Sergeevic Puškin e poi dall’inglese Peter Shaffer, da cui la produzione del Teatro Stabile di Genova trae ispirazione.
Quella invidia che spinge il compositore italiano a sfruttare la sua posizione sociale per tentare di frenare l’ascesa del giovane musicista austriaco e screditarne l’immagine, in aperta sfida a Dio stesso, colpevole di non avergli dato lo stesso talento del rivale.
Dopo vari sforzi andati a vuoto, Salieri riuscirà nel proprio obiettivo attraverso consigli controproducenti, come quello di rappresentare in un teatro popolare i riti della massoneria.
Non contento, in punto di morte, Salieri giungerà a confessare, mentendo, l’omicidio di Mozart, per essere ricordato «se non per fama, per infamia».
Ad alimentare il poco nobile sentimento dell’italiano contribuisce, del resto, lo stesso austriaco, facendo di tutto per farsi detestare, con i suoi comportamenti eccentrici e arroganti.
Dall’opera di Shaffer trasse ispirazione anche il regista ceco Milos Forman, con il film del 1984 “Amadeus”, nel quale Salieri è interpretato da F. Murray Abraham e Mozart da Tom Hulce.
C’è da precisare, tuttavia, che l’inimicizia tra Salieri e Mozart, è più nelle suddette opere che nella vita reale dei compositori.
I due, in realtà, lavorarono sovente insieme e Salieri fu un buon consigliere dell’austriaco. Ad avvalorare quelle tesi, portate in scena poi dal russo Puškin ma mai dimostrate, furono le accuse di plagio rivolte da Mozart a Salieri, considerato colpevole anche del fallimento del debutto de “Le nozze di Figaro”.