Ha
senso compiacersi ancora in discussioni sull’Unita d’Italia, soprattutto alla
luce di un Paese in rovina e delle continue istanze di secessione?
Probabilmente,
è stato questo lo spirito con cui i presenti alla tavola rotonda dal titolo “Riflessi
postunitari nella Storia, nella Letteratura e nell’Arte d’Italia” ieri
sera hanno oltrepassato la soglia della Sala degli Specchi.
Ma la finalità
dell’evento -organizzato dall’Associazione
Docenti Bitontini in collaborazione col periodico “DaBitonto”– è stato proprio invitare a riconsiderare gli sviluppi
di quello originario spirito unitario, in questi tempi fin troppo altalenanti. Ed
un dato è certo: la discussione, che pur è stata insufficiente a risolvere esaustivamente l’argomento, ha seminato nei
cuori degli ascoltatori un po’ di consapevolezza in più del proprio essere italiani
e cittadini europei.
Ad
aprire l’incontro, dopo i saluti del presidente dell’Associazione Docenti
Bitontini prof. Nicola Fiorino Tucci,
è stato il sindaco Michele Abbaticchio, che
ha messo in evidenza come questa associazione “abbia un ruolo importante nell’educazione all’amore per la propria
città, contribuendo a formare i cittadini”.
Poi
la discussione è entrata nel vivo con l’intervento dello storico e docente
universitario Enzo Robles, il quale
ha ripercorso le celebrazioni dei primi cinquant’anni, del centenario e dei
recenti centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, per arrivare a sostenere che “ben vengano le discussioni, ma ormai lo
spirito unitario è una realtà conseguita, che ora protende verso l’Europa”. Il suo, dunque –e in questo sembrava di
riascoltare il buon Napolitano- è stato un invito a prendere le distanze “da ogni sterile ideologia, per difendere
esclusivamente il nostro essere italiani in una dimensione europea”.
La
riflessione letteraria, invece, è stata condotta dal giornalista Marino Pagano, che ha illustrato le due
strade percorse dalla letteratura italiana all’indomani dell’Unità: quella
intimista e bozzettista, che ha la sua massima espressione nelle novelle
veriste del Verga e di Capuano, e quella più rivoluzionaria e furente della Scapigliatura.
Pertanto, partendo da un pensiero di Giovanni Modugno, il giornalista ha
proposto ai presenti una carrellata di autori dimenticati dalla Critica
letteraria, da Carlo Dossi a Salvatore Farina, fino alle figure femminili della
Marchesa Colombi e Matilde Serao.
In
ultimo, alcune considerazioni sugli sviluppi dell’arte nella nascente Italia
illustrate dal prof. Saverio Perillo,
con un focus sul barlettano Giuseppe De Nittis.
“De Nittis è una figura
emblematica per spiegare l’ostracismo nei confronti della cultura italiana e
dei suoi artisti”, ha spiegato Perillo. E ha continuato
ripercorrendo le tappe dell’artista alla ricerca di un proprio linguaggio, dal
soggiorno a Firenze al successo parigino, fino all’ultimo suo quadro “Colazione in giardino”.
A moderare e impreziosire la tavola
rotonda anche il direttore del Dabitonto.com Mario Sicolo e il direttore del mensile Dabitonto Maurizio Loragno, i quali hanno
ribadito “l’impegno della testata, che è
sempre al servizio della comunità”, esprimendo l’auspicio di altre collaborazioni
ad eventi culturali.