Flautava parole leggere che danzavano nel breve cielo di spazi spesso angusti, che venivano mestamente destinati a chi seguiva le sue lezioni. Lui scrollava appena le spalle e con un ironico sorriso sospirava: “Tutte le aule sono di Dio“.
Già, perché lui, Ignazio Delogu da Alghero, professore di Lingua e Letteratura Spagnola, non vedeva l’ora di sedersi e riprendere a ricamare storie belle come favole: lui e Rafael Alberti, lui e Gabriel Garcia Marquez, lui e Vicente Huidobro, lui e Pablo Neruda, lui ed Ernesto Che Guevara, lui e gli Intillimani. Insomma, un gigante fra i giganti.
E tutta la poesia più meravigliosa e la prosa più lucente in lingua iberica – versi e pensieri recitati a memoria, quasi in estasi, facile per chi li aveva tradotti in modo persin ispirato – prendeva a palpitare nel chiaroscuro di quei banchi già stati tristi che pur si rallietavano.
E poi, le sue battaglie politiche, gli amici cileni messi in salvo dal truce regime di Augusto Pinochet, i funerali indimenticabili del compagno Enrico Berlinguer…
Questo studioso infaticabile – aveva insegnato a La Sapienza di Roma, all’Ateneo barese e all’Università di Sassari – questa personalità multipla – come ebbe a definirlo l’amico Mario Lunetta, per sottolinearne la versatilità -, scrittore e poeta egli stesso, forse seguendo gli invincibili sentieri dell’amore, ha vissuto gli ultimi anni della sua vita sì tanto animata e affascinante proprio qui, a Bitonto, sino al 2011; fra i tomi ponderosi della nostra stupenda biblioteca e le presentazioni del suo ultimo romanzo dal titolo “Arde il mare“, Ellis edizioni.
Chissà che la vista dei vicoli e dei palazzi nostri non abbia donato quiete all’anima tormentosa e straordinaria dello scrittore e professore universitario Ignazio Delogu…