Proseguono gli appuntamenti con la storia della serie di incontri di Historia Magistra. Nell’incontro di domenica scorsa, per discutere della storia del Meridione dalla Rivoluzione Napoletana fino al Risorgimento Italiano, intervenuta la professoressa Bianca Tragni, giornalista e autrice di diversi libri sulla storia del Sud Italia, tra cui “Re Gioacchino Murat. La Puglia Bari” e “I nostri eroi. Breve manuale di storia del Risorgimento in Puglia”.
La storia narrata dall’ospite parte dal regno di Ferdinando e Carolina, definito “tra i più bui della storia del Sud”.
“Il Risorgimento nasce a Sud, e precisamente a Napoli, nel gennaio 1799 – racconta la Tragni, spiegando la nascita della Repubblica Partenopea – Fu un pugliese, Ettore Carafa, uno dei primi a portare a Napoli i principi della Rivoluzione Francese. Con la nascita della Repubblica Partenopea alla guardia del re, si sostituì la guardia nazionale, fatta anche da contadini. Quindi non è vero quel che dice la storiografia comunista che parla di Risorgimento come di una rivoluzione borghese, come non è vero che il popolo meridionale fu attaccato ai Borbone. Nella Repubblica di Napoli c’erano i migliori intellettuali del Meridione, dove per colpa dei Borbone il 90% della popolazione era analfabeta. Mi piace parlare di eroi, contrapposti ai vigliacchi, quali erano i nostri sovrani, che scapparono in Sicilia”.
«La Repubblica Napoletana durò solo pochi mesi, finchè a maggio l’esercito francese fu richiama nel Nord, lasciando Napoli indifesa – continua l’autrice – Il cardinale Ruffo formò l’Esercito della Santa Fede, in cui, per mancanza di volontari arruolò i carcerati, dopo aver svuotato le prigioni. Dalla Calabria risalì verso Napoli determinando il crollo della Repubblica Partenopea. Tutti i rivoluzionari della Repubblica furono condannati a morte, tra cui Eleonora Fonseca, prima donna giornalista d’Italia».
«Nell’operazione fu supportato dagli inglesi guidati dall’Ammiraglio Nelson – aggiunge – A Londra, su Trafalgar Square, è presente una colonna alla cui cima c’è una statua dell’ammiraglio. Ogni volta che ci vado con le scolaresche dico agli alunni che quello che per gli inglesi è un eroe a cui dedicare un monumento, per noi del Sud Italia è stato una rovina. Gli inglesi avevano tutto l’interesse controllare il Mediterraneo e grazie all’insipienza e all’incapacità del re Ferdinando di Borbone ottennero Malta, che inizialmente era parte della Sicilia. Ed è proprio in funzione anti-inglese che Napoleone voleva fare di Taranto una piccola Gibilterra».
Per concludere la relatrice ricorda la figura di Gioacchino Murat, su cui ha scritto anche un libro. Una figura importante per il Sud perché «ci mise impegno nel governare e fondò Banco di Napoli, conservatori, scuole, convitti».