Immigrazione e
accoglienza. Un argomento sempre presente nelle cronache, su cui spesso si
parla dimenticando che, dietro quei freddi numeri pubblicati dalla stampa ci
sono persone, esseri umani che si portano con sé storie, di povertà e
sopraffazione, saperi acquisiti, tristezza per la lontananza dalla famiglia e
dalla terra natìa, speranze per il futuro. Persone che su quelle barche
trasandate attraversano le stesse esperienze vissute dai nostri avi, ma che
spesso per comodità dimentichiamo.
Ed è proprio per
ricordarlo che, ogni 20 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata del
Rifugiato, istituita nel 2000 come occasione per ricordare la condizione di
milioni di persone costrette a fuggire dai loro Paesi e dalle loro case a causa
di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.
Anche Bitonto ha
celebrato la ricorrenza con “I’m-Migrant”, spettacolo andato in scena al teatro
Traetta, che ha visto la partecipazione di ragazzi, stranieri e non, che con musica,
danza e recitazione, senza tralasciare un pizzico di ironia, hanno descritto il
fenomeno nei suoi vari aspetti. Come l’odissea delle tante persone che,
rinchiuse per ore in angusti spazi ricavati nei tir, finiscono chissà dove,
spaesati, sfiniti, in un paese con una lingua diversa. O come il triste
fenomeno della tratta delle prostitute, spesso viste dai finestrini delle auto
solo per quel che mostrano, e non per quel che la necessità costringe a
nascondere, ossia le loro storie personali di donne in fuga dalla povertà,
madri disposte a tutto pur di sfamare i figli.
La serata è
stata organizzata grazie alla compartecipazione della Fondazione “Opera Santi
Medici Cosma e Damiano” Bitonto Onlus, dei ragazzi del Progetto School Cup di
Bitonto e del Comune di Bitonto.
«Accogliere i richiedenti asilo e i rifugiati,
i migranti forzati, nella nostra città è per noi un modo per esprimere la
nostra solidarietà a quanti sono stati costretti a lasciare il loro Paese,
un’opportunità per ribadire la centralità dei diritti umani, un’occasione di
sviluppo, arricchimento e crescita per la nostra comunità cittadina. Cerchiamo
di integrare sul territorio queste persone aiutandole ad inserirsi nel tessuto
socio-eonomico con corsi di formazione, corsi di italiano» ha dichiarato Sante
Sabatino, responsabile del progetto Sprar, che ha collaborato con l’iniziativa
e che, sin dal 2011, ha garantito accoglienza a 250 stranieri, con servizi di
orientamento, informazione, con l’obiettivo di rinforzare le opportunità di
integrazione delle persone.
«Spesso solo a parole siamo disposti ad
accogliere, ma poi quando si tratta di fare qualcosa di concreto abbiamo la
puzzetta sotto il naso.Noi come città stiamo facendo il nostro dovere per
accogliere i rifugiati. Ma non dobbiamo limitarci ad accogliere. Dobbiamo
aiutarli nell’integrazione. Da questo punto di vista lo Sprar sta facendo
davvero tanto. E lo sta facendo da anni nel silenzio» ha commentato l’assessoreFranco Scauro, seguito dagli assessori Giuseppe Fioriello e Rocco Mangini.
È intervenuto
anche don Vito Piccinonna, ricordando, tramite lle parole di Papa Francesco, l’importanza
dell’accoglienza di persone come noi a cui la guerra ha tolto tutto.