L’acqua è la
principale fonte di vita, da essa ha origine l’esistenza. Cibo interiore per il
nostro corpo, spirito ed intelletto. L’acqua come liquido amniotico, l’acqua
che dà la vita, l’acqua che trasmette le informazioni, l’acqua per chi ha sete
di nuovo, l’acqua che conserva la memoria delle cose che attraversa.
L’acqua, come
fonte di purificazione e rinascita spirituale, è il tema dello spettacolo
tenutosi a Parigi il 19 marzo presso
il Théatre Comédie Nation, regia di Roberto Rabito, in cui è stato
protagonista il nostro concittadino Giuseppe
Ricci.
Lo spettacolo di
rodaggio, presentato dal S.I.A.P (collettivo
di scrittura italiana a Parigi), è una prima immersione nel mondo dell’acqua e
si sofferma sull’importanza che quest’ultima ha per l’essere umano. Il monologo
denuda le emozioni e le sensazioni del corpo contemporaneo in un particolare
momento della sua vita, quello che precede il risveglio dal coma. Il nostro
concittadino si ritrova nel cuore della ville lumiére ad interpretare gli
attimi e i respiri di L.uca, in bilico tra la vita e la morte in seguito a un incidente
in mare che gli ha procurato un coma. In questo scivolare labile tra esistenza e non
esistenza, assume le sembianze di una creatura marina e attribuisce alle figure
più importanti della sua vita un’identità simile, figure che cercheranno di
tirarlo fuori dal baratro, questo grande tunnel in cui il personaggio è sospeso.
Lo spettacolo si
apre con un preludio musicale curato da Jeremie
Le Pape, primo violino dell’orchestra di Parigi, ispirato alle musiche
della nota compositrice greca Eleni
Karaindrou. Nella cornicedella Primavera
dei Poeti, grande festival di poesie e arti performative di eco
internazionale giunto alla sua 18° edizione sotto la direzione artistica di J. Pierre Siméon, il collettivo ha
registrato il SOLD-OUT in sala, che ha visto oltre la presenza di francesi e italofoni,
anche critici del panorama teatrale francese.
“Non sono state utilizzate macchine teatrali ed
artifici retorici, ma semplicemente effetti sonori, curati dal chitarrista Roberto Candidi, volti ad amplificare il
respiro e i movimenti del corpo, come se esso prendesse vita.”
Un monologo per
voce sola, un solo attore e nulla intorno, “una
micro-narrazione di immagini a livelli sfalsati” in cui l’attore bitontino
ripercorre con enfasi le reazioni e gli impulsi del personaggio, “qualcosa che fugge, che corre, che non puoi
misurare, non si può misurare la sua durata, le emozioni di una persona
all’interno di una situazione traumatica”
Il collettivo teatrale ha dovuto compiere una full immersion all’interno delle
testimonianze delle persone che hanno attraversato il momento del coma “per poter capire le emozioni, le sensazioni
e le reazioni di chi vive questo drammatico momento.”
L.uca è un primo
studio sul coma, dove linguaggio corporeo e drammaturgia si fondono fluidamente
come l’acqua. Un trait d’union collega la prima parte dell’opera, in cui l’attrice Laura Vegliamore sperimenta quel che resta di un amore perduto attraverso alcuni poemi tratti dalla silloge “Piaceri sommersi” di Elisabetta
Giuliani, alla performance dei
respiri prodotta da Giuseppe Ricci, presente nella seconda
parte, a cura dell’autrice pugliese Claudia
Villani.
Dove torna chi
torna dal coma? In seguito a questo interrogativo, Giuseppe ci confessa di non
contemplare nello spettacolo il momento del risveglio dal sonno comatoso, in
quanto paradossalmente Luca non vive in realtà questo momento, ma cerca di
vivere le sensazioni di un corpo totalmente immerso in questo sonno.
Giuseppe
conclude soddisfatto dicendo che questa è la prima esibizione importate all’estero
e annuncia che verrà fatta anche una tournée in Francia e Italia.
“Un percorso di autoformazione iniziato nel 2008 all’età di 13 anni tra Roma e Bari, dove
l’incontro con registi internazionali è stato per me di fondamentale
importanza, sia da un punto di vista artistico che umano. Uno tra questi a cui
sono particolarmente legato e con cui ho avuto il piacere di studiare è
Emmanuel Gallot-Lavallée-ex assistente di Jacques Lecoq
alla scuola internazionale di teatro J. Lecoq di Parigi.”
L.UCA è un
omaggio al lavoro di Emmanuel, grande pedagogo, alla semplicità, al non
artificio, alla bellezza di chi non sa. Sulla scia di quanto detto possiamo
dire che, pur non sapendo come “attare” (mettere in scena) il coma, grazie alla
scelta di utilizzare un fare teatrale semplice, il collettivo teatrale parigino
è riuscito a colpire nel segno.
Ascolta l’intervista al link: http://bit.ly/1S7owXS