E’ una vita intensa, quella di Doris Mayer, principessa
Pignatelli, classe 1926.
Una vita che l’ha portata ad essere campionessa di sci
nautico, sport intrapreso fino a pochissimi anni fa, ad essere nominata Miss
Capri, ad aver preso parte nel capolavoro cinematografico “La dolce vita” di
Federico Fellini, a girare il mondo, a frequentare celebri personaggi come
l’armatore greco Onassis e tanto altro.
Ma quella vita, che tanto le ha dato,
le ha anche riservato momenti bui, come l’orrore della repressione titina che,
in tenerissima età, le portò via l’amato padre, accusato ingiustamente di
collaborazionismo con i nazisti, catturato, rinchiuso nelle terribili carceri
del regime e poi ucciso senza essere mai più ritrovato.
Lei stessa si salvò da
quel destino atroce solo per il suo coraggio, grazie al quale ebbe la forza di
fuggire dalla natia Slovenia attraversando a piedi e senza soldi le fredde
montagne al confine con l’Austria.
Insomma, una vita che ha l’ha portata ad
essere testimone del Novecento, in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi.
Tutto questo è raccontato nel libro “Doris, le ali della principessa”, basato
sulla sua biografia e scritto dal giornalista Francesco Del Vecchio.
Il libro è
stato presentato venerdì scorso a Bitonto nel Palazzo Antica Via Appia.
Presente
la stessa Doris Mayer Pignatelli, che ha raccontato di persona alcuni aspetti salienti
della propria vita, raccontati nel testo.
La presentazione, moderata dal giornalista Marino Pagano e accompagnata dalla
proiezione di un’ampia galleria fotografica, è stata impreziosita dalla lettura
di alcuni passi del volume, ad opera di Giuseppe Ricci.