Una bellissima mattinata in compagnia degli amici Giovanni Buquicchio e suo zio Nicola Buquicchio in visita alle loro antiche ottocentesche Masserie e proprietà terriere, site nel tenimento di Bitonto, frazione di Mariotto e precisamente nella contrada denominata “Mattine di Bitonto”.
Bellissime strutture da salvaguardare dai soliti ignoti che puntualmente le saccheggiano senza nessuno scrupolo.
MASSERIA GIOVANNI BUQUICCHIO (fine XIX secolo).
Complesso produttivo rurale, legato alla coltivazione della vite e relativa produzione vinicola fu costruito dalla famiglia bitontina benestante dei Buquicchio verso la fine del XIX secolo. Il complesso è caratterizzato da due piani, piano terra, ambiente produttivo, cucine in muratura, stalle, depositi, cantine, e Primo piano adibito ad alloggio residenziale, raggiungibile attraverso scale interne in muratura. Il piano terra presenta un paramento murario caratterizzato da conci calcarei sbozzati perfettamente a martelleto , mentre al primo piano sono presenti blocchi di tufo carparo. Sul versante sinistro è presente una antica “pescara” con epigrafe riportante le iniziali del proprietario G.B. e l’anno di costruzione 1898, fonte idrica indispensabile. Su tutta la struttura, lungo le mura del piano terra, ad intervalli regolari sono disposti caratteristici anelli metallici per l’attracco degli animali da soma adibiti ad uso lavorativo con mansioni di trasporto materiali, o da animali da traino per i caratteristici “traini” (carretti). Nelle immediate vicinanze della struttura vi residuano ambo i lati due alloggi destinati al ricovero del personale addetto ai lavori ed un palmento per la produzione del vino. Due enormi piante di Noci abbelliscono l’antica struttura produttiva, creando grandi zone di ombra dove potersi ristorare momentaneamente dall’eccessiva calura.
Dopo aver visitato i luoghi “produttivi”, assorti abbiamo ascoltato il racconto, narrato del signor Nicola, della sua gioventù in quei luoghi e dei tempi passati. Lo stesso, con molta lucidità e dovizia di particolari, ci ha messo a conoscenza di un singolare episodio avvenuto in loco durante la II Guerra Mondiale.
Dopo lo sbarco degli Alleati a Taranto la ritirata tedesca fu velocissima. A seguire l’8 settembre del 1943, nel corso della ritirata dei reparti tedeschi della Wehrmacht, una colonna della Goering, in ritirata dalla Calabria si diresse inizialmente verso Bari, passando successivamente in ritirata attraverso le campagne di Bitonto. Lui lucidamente ricorda che in tale periodo, un drappello di soldati tedeschi, mentre transitavano nei pressi della Masseria Buquicchio, a bordo di un cingolato (probabilmente un Sd.Kfz. 251), a causa del manto stradale molto dissestato a causa delle precedenti ed abbondanti piogge, uscirono fuori strada, impantanando irrimediabilmente il mezzo. Dopo vari tentativi, giunta quasi la notte, il drappello ormai stanco si diresse verso la masseria, occupandola. Durante la nottata i militari fecero razzia del prezioso vino presente nelle botti li conservate, arrivando per giunta a scolarsi anche le botti di aceto. La mattinata seguente, i militari si introdussero nel vigneto, e dopo aver fatto razzia dei grappoli d’uva ancora acerbi, lasciando il cingolato ormai imprigionato nella soffice terra, prelevati da un autocarro giunto sul posto, ripresero frettolosamente la loro ritirata.
In tutto questo tempo, il signor Nicola, all’epoca dei fatti ragazzino, unitamente alla sua famiglia, si erano rinchiusi per paura al piano superiore della masseria.
Nei mesi seguenti, il cingolato pian piano fu smantellato dai viandanti per recuperare ogni singolo pezzo utile da riutilizzare o vendere al mercato nero.
Un’inedita storia che mi ha appassionato molto e ringrazio vivamente di cuore il signor Nicola che ha voluto condividerla con me e con il suo amato nipote Giovanni Buquicchio.
E’ ora mio compito tramandare questi preziosi ricordi affinché non siano cancellati del tutto con il trascorrere inesorabile del tempo.
Sd.Kfz. 251 era un veicolo militare da trasporto truppe semicingolato di costruzione tedesca impiegato su tutti i fronti dalla Wehrmacht durante il corso del secondo conflitto mondiale e fu utilizzato principalmente come veicolo da combattimento della fanteria, in quanto dal vano del veicolo la fanteria era in grado di usare le armi di propria dotazione.