Questa è una storia che troviamo in tutti i libri di psicologia. E pure uno dei casi più studiati in neurologia. Il perché è semplice. Quello che è successo a Phineas Gage è un qualcosa che la medicina e la scienza contemporanea non potranno mai dimenticare, soprattutto per quello che ha causato, per certi versi incomprensibile ancora dopo 170 anni.
Eccolo, allora, questo ragazzo dal nome per noi impronunciabile, e che mai avrebbe immaginato che un suo incidente sul lavoro sarebbe stato così “incredibile” e, purtroppo, anche mal raccontato e oggetto di strumentalizzazioni.
È un giovane operaio delle ferrovie americane. Il 13 settembre 1848, il dì in cui la sua vita è cambiata per sempre, ha appena 25 anni. Siamo a Cavendish, nel nord-est del Paese, e qui, insieme a un gruppo di operai di cui era il caposquadra, sta montando i binari che mettono in comunicazione la città con il resto della linea ferroviaria. C’è da spostare un grosso masso che ostacola i lavori, e decide di farlo esplodere con un esplosivo. Per un errore nel maneggiarlo, però, una sbarra di ferro lunga un metro e pesante sei chili lo trafigge vicino allo zigomo sinistro, attraversa la parte frontale del cranio e fuoriesce dall’alto.
Un infortunio terribile soltanto a raccontarlo, che per decenni è stato oggetto di studi e simulazioni da un numero imprecisato di equipe medico-scientifiche.
Il primo impatto è che Phineas sia morto, dopo un colpo del genere.
Ma non è così. Incredibilmente. Perde – forse – soltanto i sensi, ma pochi minuti dopo è in piedi, pure cosciente e parla persino con i medici.
Eccola, la prima domanda, allora: possibile che con una barra di ferro che ti entra nel cranio, ti distrugge gran parte del lobo frontale sinistro, ti rende cieco da un occhio, riesci a cavartela? La seconda è questa: se il miracolo avviene, come ti condiziona per il resto della vita?
Qualcosa, però, a questo ragazzotto succede, in effetti. Sopravvive, è vero, ma la sua personalità cambia radicalmente perché diventa intrattabile, irascibile, irriverente e blasfemo. Insomma, irriconoscibile per tutti coloro che gli stavano accanto. Perde il lavoro – ne cambierà tantissimi nei restanti 12 anni di vita che gli sono rimasti dopo quel terribile accaduto, e nel 1850 diventa addirittura un’attrazione in un famoso museo newyorkese, dove tantissima gente accorre per ammirare il suo cervello pulsante.
Dopo la sua morte, in realtà, per l’operaio a stelle a strisce comincia un’altra vita. Tutta nel segno di un solo quesito: cosa gli è successo, effettivamente, quella mattinata di settembre 1848?
Sicuramente, come ha provato a spiegare più di qualche studioso, l’equilibrio tra le sue facoltà intellettive e propensioni animali si è distrutto.
Gli studi – molteplici, anche fino a qualche anno fa – sulle condizioni di Gage hanno apportato grandi cambiamenti nella comprensione clinica e scientifica delle funzioni cerebrali e della loro localizzazione nel cervello, soprattutto per quanto riguarda emozioni e personalità.
Dopo 170 anni, però, quel dubbio è ancora irrisolto, perché ci sarebbero soltanto prove certe dei danni fisici subiti da Phineas, ma non di quelli relativi alle sue facoltà mentali.
Per un mistero che continua a essere senza fine.