E il caso espropri scoppia anche nella zona 167.
Mentre gli uffici comunali sono impegnati nel diradare, dubbi, domande e perplessità al Comitato della zona artigianale e a tutti gli artigiani e non della zona più a nord di Bitonto, proprio sulla questione espropri e oneri di urbanizzazione (clicca qui per articolo https://bit.ly/2PLx8dz), la patata bollente, la stessa, arriva anche dall’altra parte della città. Nella zona 167, per l’appunto.
Succede, infatti, come ha riportato “La Gazzetta del Mezzogiorno” di qualche giorno fa, che pochi mesi addietro fa i proprietari delle abitazioni di edilizia convenzionata hanno ricevuto da Palazzo Gentile precise lettere di recupero crediti, ossia il pagamento di somme aggiuntive per la differenza di oneri di esproprio.
La richiesta del Comune, diciamolo subito, non è casuale, ma frutto di decisioni in loco e nazionali maturate nel corso degli anni. A metà anni ’80 – è la ricostruzione che fa il quotidiano diretto da Giuseppe De Tomaso – il Consiglio comunale ha varato il piano per la zona 167, e si decide che i terreni per realizzare le case dovevano essere espropriati a 23mila lire al metro quadro.
Cifra poi rialzata dal momento in cui i proprietari dei suoli hanno avviato cause per ottenere un aumento delle indennità di esproprio, e da corso Vittorio Emanuele si sono visti costretti ad anticipare loro le somme.
Nel 2001, allora, la giunta cittadina, per rientrare di questo denaro, ha definito i criteri di ripartizione, smaltendola tra tutti i proprietari. I criteri, nel 2008, hanno avuto anche il via libera della Corte dei conti, dando in pratica l’ok al Comune per agire.
Cosa che ha iniziato a fare nel 2016, ma che ha intensificato durante l’estate.
Tutto bene, allora? Non proprio, perché i proprietari continuano a contestare le modalità di ripartizione della somma da restituire, anche perché i casi sono molteplici e differenti l’uno dall’altro, e chiedono alcune cose in particolare. Una ulteriore riduzione del 10 per cento da aggiungere a quel 40 per cento in meno che è previsto per legge dal 1998 e che riguarda il valore venale del bene, e una maggiore rateizzazione.
Che la situazione sia complicata lo ha ammesso anche Roberto Toscano, avvocato ma soprattutto presidente di “Articolo 24”, quel gruppo di cooperative che sta cercando di arrivare a un accordo per risolvere l’annosa questione.
Si attende, adesso, una ulteriore risposta da parte del Comune.