“Ieri è stata una giornata importante per tutta la città e per le famiglie che usufruiscono del servizio di Neuropsichiatria. Ringrazio per la collaborazione i vertici della Asl per il risultato raggiunto”. Da ieri mattina c’è un accordo che mette nero su bianco un futuro che si spera possa essere finalmente con il sorriso per il servizio di Neuropsichiatria infantile.
Il Consiglio comunale ha ratificato, all’unanimità, la bozza di accordo con la Asl per l’utilizzo, da parte di quest’ultima, in comodato d’uso dell’immobile “San Carlo” che diventerà la nuova sede sia della Npia sia di altri servizi socio-sanitari in accordo con Palazzo Gentile. Il provvedimento è l’ennesima puntata di un problema che si trascina da anni (il servizio è statpo dapprima allocato al “Maria Cristina di Savoia” e poi negli uffici fatiscenti dell’ex ospedale) e di un discorso che l’amministrazione comunale ha avviato con la Asl e la Regione Puglia da più di qualche mese. E la scelta è ricaduta sulla san Carlo proprio per la volontà di allocare diversi servizi. Il comodato durerà 20 anni – rinnovabili – e la Asl si obbliga a provvedere alla ristrutturazione, a propria cura e spese, dell’immobile esistente, nonché ad eseguire gli interventi tecnici indispensabili per il funzionamento nonché tutte le spese di ordinaria e straordinaria manutenzione sull’immobile oggetto del presente comodato. La comodataria dovrà provvedere alle spese connesse alle utenze (luce, acqua, riscaldamento), vigilanza e pulizia ordinaria interna ed esterna dei locali. Tradotto, allora, adesso si dovrà prima far rivivere l’immobile e soltanto dopo verrà trasferita la Neuropsichiatria e i tempi sono incerti, anche se il sindaco Francesco Paolo Ricci ha assicurato che non saranno lunghissimi. Dall’opposizione, però, chiedono, come fatto altre volte, che nelle more dei lavori, la Npia sia trasferita altrove momentaneamente «perché i bambini – ha fatto notare Domenico Damascelli di “Fratelli d’Italia” non possono più andare in quei locali fatiscenti e degradati del presidio e hanno bisogno immediatamente di locali idonei». E su quest’aspetto sempre il primo cittadino ha garantito un impegno da parte di Asl mettendo a disposizioni alcuni locali di proprietà. Lo stesso ex vicesindaco ha chiesto, poi, l’attivazione di una Commissione paritetica che pungoli la Regione per servizi essenziali migliorativi.
In tema di futuro del distretto socio-sanitario bitontino, frattanto, l’emiciclo – sollecitato con forza sempre dall’esponente del partito meloniano – ha detto un secco “no” alla proposta presentata dalla Asl e che, in pratica, avrebbe azzerato tutto l’esistente. Conteneva il taglio del punto prelievi, del Punto di primo intervento, ambulatorio di geriatria, la dermatologia, del medico a bordo sull’ambulanza del 118, persino l’addio alla chirurgia generale e un distretto unico con un direttore generale “part-time” con Bari. Sarebbe stato un colpo durissimo per quello che, come ha ricordato il socialista Francesco Scauro, è comunque una delle strutture più attrezzate dell’hinterland, ma anche qui si soffre per la carenza di personale. Un esempio su tutti: c’è soltanto un’anestesista, neanche tanto lontano alla pensione che costringe a effettuare interventi a cadenza di dieci giorni.