Una vicenda che è stata sottovalutata un po’ troppo, da tanti punti di vista. Sì, l’impressione è questa: che tutto quello che è accaduto sia stato vissuto con leggerezza e superficialità, che di certo non si addicono ad una città finalista nell’ambito della nomina a Capitale della Cultura. Perché, lo ripetiamo, è un importante titolo onorifico che non lascia più alibi a lacune e amnesie. Il fatto è questo. Domenica sera, al termine di uno dei tanti festival che caratterizzano la nostra estate, il proprietario di una friggitoria, sistemata in uno dei gazebo di Piazza Cattedrale, ha pensato bene di sversare serenamente sulle chianche l’olio esausto. Deturpando, di fatto, la storica pavimentazione. E una grande macchia nera non è solo una grande macchia nera sulla coscienza di una comunità, ma è il simbolo di una grave mancanza, di un errore madornale. Subito dopo, è scoppiato il caso: caccia alle streghe, vesti dilacerate, multe da comminare. Solito rituale. Sacrosanto che venga individuato il “colpevole” di tale delittuosa bruttura, ma noi, nel nostro piccolo, avremmo desiderato che qualcuno avesse semplicemente detto: “Scusate, abbiamo sbagliato e provvederemo a rimediare al più presto”. E, invece, nulla di tutto questo. Non c’è niente da fare. Lo scaricabarile delle responsabilità resta sempre lo sport preferito di questa città…