Interpretare i diversi fenomeni malavitosi in maniera panoramica può contribuire ad avere un’idea più nitida della criminalità bitontina. Sulla quale non poteva non appuntare la propria attenzione la Direzione investigativa antimafia. L’attività quotidiana del piccolo pusher di quartiere va messa in relazione con gli assalti ai tir, passando per il narcotraffico, il racket delle estorsioni e lo sconfinamento in territori viciniori: solo così si può comprendere quale sia la reale fisionomia della mala cittadina, indipendentemente dalla apparente pax mafiosa in corso, che non produce lutti.
“Nel semestre in corso – si legge nella relazione -, è emersa la contrapposizione del clan Conte, propaggine del noto clan Capriati di Bari, con il clan Cipriano in ordine al predominio nel territorio di Bitonto con riferimento sia allo spaccio di stupefacenti, sia alle altre illecite attività, in primis il racket delle estorsioni. Come documentato dall’operazione “Market drugs” del 21 febbraio 2022, il clan Conte avrebbe cercato di imporre, a scapito del contrapposto clan Cipriano, la propria egemonia nel Comune bitontino aprendo una nuova piazza di spaccio nella “c.d. zona del ponte”. Le indagini avrebbero evidenziato la prosecuzione dell’attività illecita “anche in caso di arresto dei sodali che venivano immediatamente sostituiti nel ruolo rispettivamente ricoperto e ricevevano i soldi in caso di detenzione”. Il capo indiscusso della compagine avrebbe evidenziato ragguardevoli capacità organizzative nel “gestire una perfetta struttura criminale” in cui ciascun singolo componente avrebbe avuto un preciso ruolo. Lo stesso avrebbe ideato un’abile tecnica commerciale “per accaparrarsi la clientela, applicando una politica al ribasso dei prezzi ed offrendo sostanza di elevata qualità in modo da sbaragliare la concorrenza””.
“Nel Comune di Bitonto la DIA – prosegue il documento -, il 3 giugno 2022, ha dato esecuzione al dispositivo di sentenza emesso dalla Suprema Corte di Cassazione e concernente la confisca definitiva di beni, del valore di oltre 1 milione di euro, riconducibili a un soggetto intraneo al clan Parisi indagato nella richiamata indagine “Levante””.
“Nel controllo territoriale di quest’ultimo Comune si inseriscono anche referenti del clan Cipriano di Bitonto soprattutto nello spaccio di stupefacenti, come riscontrato nell’indagine del 10 gennaio 2022 che avrebbe evidenziato l’esistenza di “un’organizzazione non improvvisata bensì collaudata attraverso l’utilizzo di canali e luoghi di smercio inveterati che gode di una clientela stabile”, capace di gestire i traffici illeciti di droga non solo nel Comune di Palo del Colle ma anche in “altri centri abitati dell’hinterland e finanche nella BAT”. Sebbene non siano stati contestati reati associativi, l’attività investigativa appare di particolare interesse dal punto di vista dell’analisi del fenomeno criminale atteso che i soggetti di maggior rilievo risulterebbero collegati al clan Cipriano di Bitonto. In tutta la provincia la principale fonte di introiti per i clan continua a essere rappresentata dai traffici di sostanze stupefacenti, settore in cui sarebbe emersa la capacità di tutti i gruppi criminali di perseguire i rispettivi interessi tramite proficue collaborazioni con le consorterie albanesi. Altrettanto remunerative per la criminalità locale risultano le attività connesse con i reati di tipo predatorio e, in particolare, come le rapine ai danni di portavalori e autotrasportatori”, è la conclusione del prezioso testo.