L’immagine
più significativa e al tempo stesso più toccante è alla fine.
I ceri
rossi, una marea di lucine rosse, messe lì, tutte insieme per terra,
nel bel mezzo di piazza Cavour, il salotto della città.
Luce
di speranza, certo.
Luce
di ricordo, altrettanto.
Ma
soprattutto luce per lei, Mariagrazia Cutrone, la giovane ragazza,
donna e mamma uccisa dal marito tre giorni fa, dopo un altro,
ennesimo, litigio familiare.
Aveva
solo 29 anni, tre bellissimi figli ai quali voleva bene più di se
stessa, era legata, molto legata, anche al marito. Mariagrazia, però,
amava la vita, quella stessa vita però che è stata più breve e
infingarda del previsto.
E
proprio per lei, ma anche per tutte quelle donne ogni giorno vittima
di violenze (in Italia, l’anno scorso, sono state quasi sette
milioni), ieri pomeriggio, centinaia di bitontini hanno partecipato a
una fiaccolata organizzata dall’associazione “Io sono mia”
(lo sportello è aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16
alle 18 in piazza Moro n°17) con il sostegno dell’assessorato alle
Pari opportunità.
Il
ritrovo è stato al campetto di calcio “Mario Licinio” di
via Togliatti alle 18.30. Poi di lì ci si è spostati in via
Pertini, via Amendolagine, via Urbano, via Carlo Rosa, corso Vittorio
Emanuele, piazza Moro, piazza Cavour, via Amedeo, piazza Cattedrale,
san Francesco d’Assisi, largo Teatro, nuovamente piazza Cavour.
In
testa al folto gruppo (cittadini comuni, rappresentanti delle
istituzioni, delle forze dell’ordine, gruppi di volontariato e di
assistenza), un cartello che recava una scritta inequivocabile:
“Mariagrazia sarai sempre nei nostri cuori”. C’era
anche un altro striscione, che ricordava alcune delle donne vittime
di violenza.
Poi
soltanto silenzio e tanta tanta commozione, rotti soltanto da alcune
preghiere e da più di qualche lacrima.
A
“illuminare” il tutto c’erano loro, i ceri rossi, più che altro
un invito a non dimenticare quello che è successo, perché quella
del 3 novembre è stata una tragedia familiare che ha toccato e
segnato tutti.
In
piazza Cavour, capolinea della fiaccolata, nessuno ha voglia di
parlare. L’unica a farlo è stato il vicesindaco Rosa Calò, che ha
avuto un pensiero per i tre figli di Mariagrazia che ora hanno una
famiglia distrutta per sempre. “Per loro rimarginare
questa ferita non sarà facile, e cercheremo in tutti i modi di
accompagnarli attraverso i Servizi sociali, che metteranno a
disposizione un sostegno psicologico oltre che economico, in modo
tale da alleviare tutto quello che è successo”.