Il consigliere comunale Francesco
Paolo Ricci scrive al Sindaco di Bari, Michele Emiliano, e al Presidente
nazionale della Federazione Italiana Pallavolo, Carlo Magri, chiedendo che
venga tributato un riconoscimento alla città di Bitonto per l’impresa sportiva
che portò la 2001 Bari, nuova denominazione dell’Antares Bitonto, a conquistare
il 29 maggio 1979 il titolo tricolore nel campionato femminile di
pallavolo.
Di seguito il testo integrale della nota di Ricci.
Carissimi,
come a voi è ben noto il 29 maggio 1979 la città di
Bari vinse il suo primo (ed unico) campionato nazionale di serie A di pallavolo
femminile, fregiandosi così dell’ambìto titolo tricolore di Campione d’Italia.
Un evento che ha segnato per molto tempo la storia
sportiva della città di Bari e di alcuni suoi dirigenti sportivi che, nel solco
di quella vittoria, hanno poi costruito storie altre di sport, di
associazionismo e – perché no – anche di impegno politico e sociale nella
comunità.
Non tutti sanno, però, che gran parte del merito di
quello scudetto è da attribuire alla città di Bitonto ed ad un gruppo di audaci
dirigenti locali (cito per non dimenticarne altri il solo Franco Carbone,
appassionato dirigente dell’Antares Bitonto) che intravide, con audace
lungimiranza per quel tempo, nello sport della pallavolo un “trampolino di
lancio” per dar lustro all’immagine (oggi tutti lo chiameremmo marketing) di
una comunità locale e per la formazione non solo sportiva di tanti ragazzi e
ragazze (mi piace ricordare che contestualmente a quella esperienza nacque il
G.S. Volley Ball Bitonto, tuttora punto di riferimento sportivo per la città,
autentica palestra di vita negli anni per migliaia di giovani).
Mai nessuno, però, ha mai voluto riconoscere in eventi
e manifestazioni ufficiali il giusto tributo alla nostra città, ai suoi tifosi,
ai dirigenti dell’Antares Bitonto, la società protagonista della
splendida cavalcata verso l’olimpo del volley femminile italiano, costretta,
esclusivamente per logiche di mercato, a cambiare denominazione in 2001
Bari proprio nell’anno dello scudetto, trasferendosi
definitivamente nel capoluogo e determinandone, quindi, il suo destino
sportivo.
Un percorso umano e sportivo, puntualmente ricostruito
e consegnato alla nostra memoria dal giornalista Nicola Lavacca sulle colonne
della Gazzetta del Mezzogiorno in edicola oggi (ieri, per chi legge).
Ritengo sia giusto, a questo punto, che la comunità
barese, in primis il suo primo cittadino, e la stessa Fipav nazionale trovino
il modo di rimediare ad un lungo e assordante silenzio su questa storia,
riconoscendo lealmente alla nostra comunità e ai protagonisti bitontini
dell’epoca un sacrosanto tributo, rinsaldando così quei legami di comune
appartenenza ad un territorio vasto, capace, nel rispetto delle singole
specificità, di progettualità unitarie vincenti, proprio come è accaduto nel
lontano 1979.