“Bitonto?
È una città che si può definire un po’ a misura di disabile. Ci
sono tante cose buone, altre meno, assurde e da migliorare. Ma
rispetto ai paesi limitrofi, è un gioiello”.
Domenico
Rucci, 37 anni, è un ragazzo davvero con la testa sulla spalle. Vive
da anni in carrozzina, ma non per questo ha perso la spensieratezza e
la gioia di vivere. Conosce la città come pochi, perché la vive
tutti i giorni.
Ebbene,
con lui il “daBITONTO” ha deciso di rispondere a una semplice domanda: Bitonto come si comporta con i diversamente abili?
Le
stazioni ferroviarie. Il nostro viaggio inizia dalla stazione ferroviaria di via Matteotti. All’avanguardia, o quasi. “Sono
quelle messe meglio e che fanno ogni giorno passi in avanti per noi”. Domenico
non ha dubbi. “Alcuni
treni arrivano a livello del marciapiede e quindi nn serve carrello
elevatore, mentre su altri salgo con il carrello elevatore. Prendiamo
solo il treno dal primo binario, ma solo perché per arrivare al
terzo con il carrello ci metteremmo più tempo. E anche la stazione
“Medici” non ci fa mancare nulla seppur non abbia il personale
adatto”.
Cambiando
mezzo la situazione non cambia. “Con
i pullman dell’Asv non ci sono problemi perché li prendiamo
tranquillamente. Ci sono difficoltà, invece, con quelli che
dovrebbero portarci al mare”. Già, e questa è una questione vecchia quanto il mondo.
I disabili in carrozzina, se non accompagnati da qualche uomo di buon cuore, hanno più di qualche problema per andare a Santo Spirito nella stagione estiva. Lo hanno gridato più volte, ma chi di dovere ancora non ha sentito.
Scivoli
e marciapiedi. Arrivano
le dolenti note. “La
situazione è bizzarra, perché gli scivoli ci sono nelle arterie
principali, ma mancano in quelle secondarie come via generale Cantore
e via Francesco Perrese”.
Il
problema, però, è che anche nelle vie “dotate” c’è più di
qualcosa che non va. E per vederlo, basta farsi un giro – come testimoniano le fotografie – tra via
Matteotti, corso Vittorio Emanuele, via Verdi e via Repubblica. E
basta accompagnare Domenico negli slalom, per nulla sicuri e davvero insidiosi, tra gli
automobilisti.
Scivoli
sconnessi e/o per nulla allineati con l’asfalto (costruiti male, per
esempio, uno davanti alla villa comunale, in via IV novembre, un
altro in via Pasquale Berardi e un altro dinanzi alla stazione
centrale). Iniziati da un lato del marciapiede ma non presenti
dall’altro lato, oppure completamente assenti sulle strisce pedonali
o non allineati con quello dell’altra parte della strada (emblematico
il caso di via Matteotti all’angolo piazza Moro).
“Un
caso curioso poi – sorride con sarcasmo Domenico – è
su viale Giovanni XXIII, lato villa comunale. C’è uno scivolo per i
disabili a inizio marciapiede e poi l’altro soltanto alla fontana
all’angolo con via Centola. Se uno vuole attraversare prima, come deve fare?”.
Locali
commerciali non “diversamente abili”.“Quasi
tutti i locali della città – ammonisce
– sono
sprovvisti di scivoli per noi disabili in carrozzina e quindi off
limits. Perché non pensare a qualche sgravio fiscale per gli
esercenti che realizzano rampe di accesso per i diversamente abili? Per
fortuna, invece, i locali pubblici o comunali, Ufficio anagrafe a
parte, non hanno di questi problemi. Anzi, la Galleria Devanna ha
addirittura una carrozzina elettronica per chi è disabile”.
E
la villa comunale? L’accesso è consentito solo dall’ingresso
principale e da quello di via IV novembre, mentre è impossibile da viale Giovanni XXIII.
Vigili in carrozzina. Non mancano i soliti furbetti che parcheggiano nei posti riservati ai disabili o davanti alle rampe a loro dedicate. “Anche per questo motivo – conclude Domenico – ho più volte proposto l’istituzione del vigile in carrozzina, una iniziativa che permetterà anche di fare una mappatura più completa e pronta di queste infrazioni. E’ già stato attuato con successo in Comuni come Trani e Lecce e ha avuto successo. Qualche settimana fa ne ho parlato con il vicesindaco Rosa Calò, che si è sembrata possibilista”.