«Scrivo a Voi miei concittadini per comunicarvi la mia decisione a presentare le dimissioni da Sindaco di questa Città a me cara. Siete stati Voi a indicarmi come candidato attraverso la scelta delle primarie e a scegliermi come Vostro Sindaco. E’ a Voi che scrivo affinché possiate comprendere la mia sofferta decisione a compiere questo passo al fine di garantire alla nostra Corato nuove e migliori soluzioni rispetto alla situazione che si è creata».
Con queste parole, affidate ad un post su Facebook, si è dimesso, nei giorni scorsi, il sindaco di Corato Pasquale D’Introno, dopo che la prima seduta del consiglio comunale (a giugno D’Introno è stato eletto) non si è potuto tenere perché, per l’assenza di numerosi consiglieri di maggioranza, non è stato raggiunto il numero legale.
La notizia rischia di essere un vero e proprio terremoto per i comuni dell’Aro Bari 1, che proprio in questi giorni stanno decidendo se ricapitalizzare o meno la Sanb, l’azienda pubblica che dovrebbe prendere in gestione il servizio di igiene urbana a Bitonto, Terlizzi, Ruvo, Corato e Molfetta.
La scadenza imposta è il 30 luglio, oltre la quale si dovrà procedere con la liquidazione dell’azienda mai entrata realmente in attività. Bitonto, Terlizzi e Ruvo hanno già scelto di ricapitalizzare. Molfetta e Corato, i comuni che, da sempre, hanno mostrato scetticismo e perplessità, si erano riservati di farlo in extremis. Ne abbiamo parlato sull’edizione cartacea in uscita, riportando i pareri dei sindaci dei cinque comuni coinvolti. Mentre il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, apertamente contrario al progetto Sanb, ha dichiarato che la sua maggioranza avrebbe votato a favore solo in funzione di un finanziamento stanziato per la Sanb e solo se tutti avrebbero fatto altrettanto, Corato aveva manifestato l’intenzione di votare a favore.
Ma le dimissioni di due giorni fa rischiano di sabotare tutto.
Certo, D’Introno ha ancora diversi giorni per revocarle. Ma la scadenza è vicina. E se non si raggiunge l’unanimità sul progetto Sanb, questa volta potrebbe davvero essere la fine definitiva di un percorso annunciato, ma mai partito. E mai voluto realmente da tutti.