Lo sport come
integrazione sociale, divertimento e amicizia. Un importante evento di
sensibilizzazione e di lotta alla discriminazione, attraverso il quale
coinvolgere la società civile e avvicinarla alla vita e ai bisogni quotidiani
delle persone affette da disagio mentale.
Questo è l’incipit
di “Rimettiamoci in gioco – Sportivamente”,
il torneo itinerante di calcetto a cinque – organizzato dall’Anpis Puglia (Associazione Nazionale
Polisportive Dilettantistiche per l’Integrazione Sociale), dalla Cooperativa Sociale Anthropos di
Giovinazzo e dall’Associazione “L’Anatroccolo
Onlus” di Bitonto –, giunto alla sua quinta edizione, e che ieri mattina ha
visto il suo ultimo atto con una “Tavola
rotonda regionale” organizzata presso la Sala degli Specchi di Palazzo
Gentile.
L’idea del calcio
come attività di riabilitazione ed integrazione sociale per i soggetti affetti da disturbi mentali è
partita già nel lontano 1988, grazie all’impulso dell’Anthropos e di Pino
Gaudio. Da un semplice torneo si è poi passati ad un campionato a tutti gli
effetti, diventato persino itinerante a livello regionale ma che ha abbracciato
anche la cultura, con le visite nei posti più caratteristici del territorio,
dopo un momento di convivialità con un pranzo in compagnia tra le squadre
impegnate.
A moderare l’incontro
che ha visto intervenire numerosi relatori, Giacomo De Scisciolo, educatore della cooperativa Anthropos e
membro direttivo dell’ANPIS Puglia.
Presente il sindacoMichele Abbaticchio, che ha voluto
sottolineare «l’importanza dei luoghi che
fanno integrazione nell’ambito delle politiche sociali» e l’attenzione
della sua amministrazione per lo sport, «inteso
come rispetto delle regole. Inaugureremo cinque impianti sportivi, alcuni, come
il ciclodromo, sono stati già avviati, creeremo l’area ciclopedonale, il centro
polifunzionale “Paolo Borsellino” così da realizzare una vera e propria Cittadella
dello sport attorno alla piscina comunale».
All’incontro ha
partecipato anche l’assessore regionale alle politiche giovanili Guglielmo Minervini. «Questi progetti rappresentano una politica
di investimento sulle persone, fare cose importanti per me stesso e la società,
nel solco di don Tonino Bello. Il vostro è un percorso importante di conquista
dell’autonomia, del sé. Qualche anno fa avanzai in Regione le norme per la promozione
per lo sport per tutti. Lo sport è una sfida con se stessi, capire il tuo
limite attraverso il concorso ed il confronto con gli altri. Questo sport lo
possono fare tutti, la gara con i propri limiti è la gara della vita, attingere
da ciò che si ha dentro e spingerlo fuori».
«Lo
sport deve essere visto come strumento di socializzazione, pratica terapeutica,
integrazione sociale, come un utensile che ha una potenzialità sociale ampia –
ha aggiunto –. In Regione finanziamo progetti
speciali allo sport, per questo bisogna trasformare in un progetto forte questa
esperienza, progetti che attraverso lo sport perseguano finalità sociali».
«Se
stringiamo rapporti tra sport, ASL e strutture sanitarie farebbero risparmiare
soldi ma aumentare la qualità del servizio e della vita –
ha concluso Minervini –. La vostra esperienza
tocca anche la cultura, il mondo della psichiatria che si apre, esce dai propri
confini, rompe la barriera, contamina la comunità ed agisce sul terreno subdolo
del pregiudizio e dello stigma culturale. Romperli deve essere una grande sfida
culturale alla quale partecipa anche la Regione Puglia».
Dall’assessore allo
sport e alle politiche giovanili, Domenico
Nacci, il ringraziamento soprattutto ai ragazzi, «i veri protagonisti perché nell’era delle partite truccate per
scommesse, degli incidenti negli stadi, dei calciatori strapagati, ci consentono
di vedere la vera essenza dello sport. La gioia dei loro cuori riempe i nostri
cuori». Ed ancora, la promessa del maggior sostegno possibile nonostante
ristrettezze e difficoltà economiche. «Mi
metterò a disposizione per offrire tutto il mio impegno e quello dell’amministrazione
nel sostengo alle iniziative, anche e soprattutto con le strutture comunali,
come fatto già quest’anno, con il campo sportivo di Palombaio ed il Palazzetto
dello Sport, messo a disposizione solo in caso di pioggia».
Un maggior sostegno da parte dell’Amministrazione
comunale lo chiede il presidente dell’Associazione “L’Anatroccolo Onlus”, Mimmo Bellifemmine, in termini sia
economici sia strumentali, come la presenza anche di un’ambulanza durante le
attività. Per Marcello Nardini,
docente ordinario U.O Psichiatria di Bari, «attraverso
lo sport si possono superare i pregiudizi e lo stigma sul disagio mentale, e di
conseguenza migliorare la vita e creare legami sociali. Il mio sogno è quello
di vedere un giorno confrontarsi squadre mister, disabili e non, un modo per
integrare la diversità».
Secondo Dino
Disi, presidente del CSI Puglia (Centro Sportivo Italiano), «lo sport deve educare alla vita, allo far
festa, allo stare insieme aldilà delle barriere, attraverso l’integrazione.
Tanti sono i progetti a riguardo e le proposte avanzate: laboratorialità,
scherma, equitazione e appunto calcetto. Chiediamo un sostegno però al
volontariato gratuito: i volontari ci mettono cuore e competenze nel loro lavoro,
hanno bisogno di un sostengo economico. E chiediamo di snellire e velocizzare
le lungaggini burocratiche quando un progetto viene presentato in Regione
Puglia».
Chiusura con Antonio
Lo Conte, presidente di Anpis Puglia. «Lo
sport deve essere inteso come sistema per la valorizzazione delle persone, che
non sono dei numeri ma vengono chiamati per nome; lo sport per parlare di altro
e non solo di farmaci. Lo sport va bene ai ragazzi per creare motivazione ma è
utile anche agli operatori impegnati, vengono coinvolti associazioni e servizi
pubblici come i centri di igiene mentale. E deve esserci il coinvolgimento di
un tessuto sociale, della famiglia, solo così si può creare una cultura che vuole
costruire una rete dove in assenza di risorse economiche si punta sulle risorse
umane, da radunare e far stare insieme per provare a contenere un disagio
purtroppo diffuso. Vorremmo incontrare la Regione per proporre un nostro
progetto dai contenuti forti per rafforzare così la collaborazione e la rete
creatasi con le associazioni. L’obiettivo è lo stare insieme».
Al termine si è
passati alla premiazione. Prima classificata la Cooperativa
“L’Adelfia” di Alessano (Lecce), che ha bissato il successo dello scorso
anno; al secondo posto l’Associazione “L’Anatroccolo
Onlus” di Bitonto, terza classificata la Fondazione “Beato Bartolo Longo” di Latiano (Brindisi).
Riconoscimenti anche per le altre partecipanti, la Cooperativa Anthropos di Giovinazzo, la A.S.D. “UFO Città Solidale” di Latiano, l’Associazione “Tutti in Volo” di Troia (Foggia) ed il Centro
Diurno Socio-Educativo-Riabilitativo “San Nicola” di Bari.